TERAMO – In questo momento di particolare difficoltà, un doveroso ringraziamento vada da parte dello scrivente Comitato a tutto il personale sanitario che con grande spirito di dedizione e sacrificio si sta adoperando per servire i tanti cittadini che hanno bisogno di assistenza sanitaria.

Migliaia di operatori di strutture pubbliche si prodigano H24 ed il loro è anche un monito per quanti in questi anni hanno inteso sottovalutare il ruolo degli ospedali pubblici rispetto alle strutture convenzionate.

Come riportato da diverse fonti, negli ultimi dieci anni le risorse finanziarie a favore della sanità pubblica sono state ridotte di circa € 50 mld; di questi tagli “sconsiderati”, adesso stiamo pagando lo scotto. Ne sono prova la faticosa ricerca di nuovi ed importanti strumenti tecnologici(ventilatori per la respirazione), di un maggior numero di personale sanitario specializzato e di posti letto per terapia intensiva, oltre alla carenza di materiale di facile consumo (mascherine, guanti, tamponi ecc). Non appartiene alla nostra indole speculare in una situazione così particolare e difficile; pur tuttavia, ci corre il dovere di denunciare come in questi anni la “mala” politica ha impoverito la sanità pubblica per fini esclusivamente di parte. Si sono così tagliati gli investimenti nella sanità e, nel contempo, le scarse risorse disponibili sono state indirizzate in interventi non indispensabili all’interesse generale, penalizzando così il fondamentale diritto alla salute, sancito dalla nostra Carta Costituzionale.

La vicenda della proposta della Asl di Teramo, ossia quella di voler realizzare nella città capoluogo il nuovo nosocomio a Piano D’Accio, abbandonando il Mazzini, attraverso l’utilizzo di consistenti risorse finanziarie (project financing) da porre a carico delle attuali e future generazioni, è un esempio di scarsa attenzione e di poca avvedutezza della politica locale sui tanti ed importanti temi che dequalificano l’offerta sanitaria provinciale. Secondo il nostro parere, non è opportuno “sperperare” risorse pubbliche per realizzare “mura”, a svantaggio di investimenti in nuove tecnologie sanitarie e d’impiego di maggiore unità di personale specializzato.

Per queste ragioni lo scrivente Comitato è stato costituito , con la partecipazione di n.37 associazioni, e successivamente si è mobilitato con una petizione popolare tutt’ora in corso. Da sempre noi abbiamo sostenuto che il risparmio che ne deriverebbe dalle due proposte (Piano D’Accio oppure ex Mazzini), valutato in circa E 120 mln, derivante dalla scelta di un nuovo nosocomio al Mazzini piuttosto che in un sito peraltro inadatto, debba essere utilizzato per migliorare l’offerta sanitaria provinciale, con investimenti in macchinari e personale sopratutto nei tre presidi (Giulianova, Atri e S.Omero). Peraltro, rinunciando al progetto di finanza prospettato, si salvaguarderebbe la sanità pubblica da interventi privatistici aventi carattere speculativo.

Noi riteniamo che questa debba essere la soluzione che deve trovare favore nella classe dirigente nazionale, regionale e comunale; ed è alla buona politica che noi ci appelliamo affinché la crisi del Coronavirus costituisca un monito per proposte sanitarie più attente agli interessi generali e meno a quelli particolari.

I portavoce
Bucciarelli Domenico – Rasetti Demetrio