MONTORIO AL VOMANO – Gremite di pubblico attento e partecipe le due sale del Chiostro degli Zoccolanti di Montorio al Vomano dove Giuseppe D’Alonzo Candidato Consigliere e Giovanni Legnini candidato Presidente alla Regione Abruzzo hanno incontrato i cittadini. D’Alonzo è partito subito affrontando un tema caldo, quello del possibile trasferimento della stazione di teleconduzione dell’Enel da Montorio a Napoli: “Non si può chiedere questo a un territorio che ha già dato e continua a dare tanto. Alzerò un muro come feci cinque anni fa, l’Enel di Montorio non si tocca a costo di togliere la concessione per la captazione dell’acqua. Chi mi conosce sa che sono tenace e non recedo dalle posizioni prese e dalle promesse fatte”. Gli altri temi affrontati sono stati quelli cari al Sindaco di Crognaleto a cui nei suoi tre mandati ha dovuto fare fronte in primo luogo il dissesto idrogeologico, tema introdotto dal Prof Nicola Sciarra con una premessa tecnica cui ha seguito la proposta di D’Alonzo: “Il dissesto idrogeologico ahimè è un ospite sgradito ma spesso presente nei nostri territori, siamo una delle regioni italiane più a rischio in questo senso con 304 comuni su 305 a rischio frana elevato o molto elevato e pericolosità idraulica media si tratta del 99,7 per cento e stiamo parlando di 75.911 abruzzesi, 30.370 famiglie e 35.585 edifici a rischio! Questa situazione ha bisogno di essere affrontata in maniera sistemica, creando una task force che metta in rete le competenze universitarie e crei un Centro di Competenza Regionale legato al rischio Idrogeologico, che riesca a fare un lavoro di mappatura, monitoraggio e segnalazione che permetta interventi di tipo preventivo, limitando il più possibile situazioni di pericolosità ed emergenziali in questo senso. Bisogna mettere in campo ogni strumento perché la gente smetta di allontanarsi dalla montagna. Lo spopolamento è una emorragia che va fermata. In questo senso fondamentale l’opera di ricostruzione post sisma, dopo due anni la situazione l’abbiamo tutti sotto gli occhi ed è una condizione di stallo che purtroppo accelera e incentiva quel processo di spopolamento che dobbiamo contrastare con tutte le forze (7 mila 51abruzzesi in meno rispetto a 3 anni fa con una flessione, -0,53%, pari al triplo della media nazionale -0,17% per il quarto anno consecutivo – dati Istat). Mi batterò perché ci sia una nuova governance della ricostruzione e che i Comuni possano riprendere in mano la ricostruzione leggera, che tante volte costringe famiglie intere a trasferirsi altrove. Perché diciamo pure che, se il naturale spopolamento dei piccoli borghi pare inevitabile, invece così non sempre è, penso alle tante famiglie e ai giovani che decidono di restare nei paesi di montagna, nei borghi, e che le loro case non le vogliono lasciare, penso a chi ogni giorno cerca di portare servizi indispensabili in territori che per sopravvivere hanno bisogno del supporto di associazioni ed enti di volontariato. Sono realtà indispensabili per il futuro della montagna, e non solo. Nell’ultima finanziaria hanno pensato bene di considerare il volontariato un bene di lusso raddoppiando l’Ires al «non profit» per portarla al livello delle società a fini idi lucro. Sono soldi che tolgono alle ambulanze o pulmini per disabili nuovi. Perché a questo sono serviti, negli anni, gli utili tassati fino a ieri al 12 e ora al 24%: a comprare mezzi di soccorso, campi tendati, cucine mobili, pompe, gruppi elettrogeni per le emergenze e le attività della di protezione civile. Non posso astenermi dal dire una parola sulla situazione dei Prati di Tivo, che spero sinceramente riescano a recuperare almeno in parte il tempo perduto. E’ chiaro il processo organizzativo fa acqua e che serve maggiore compattezza e organicità alla programmazione politica, economica e sociale del territorio montano, e per far questo, cosicché non ci sia domani un empasse come quella che è stata sotto gli occhi tutti che ha visto una soluzione solo in questi giorni. Per dare questa continuità e il giusto peso alle evidenti necessità dei territori interni che, non scordiamo ammontano a 61% del territorio nazionale e che in Abruzzo la fanno da padroni con le 5 Aree interne individuiate, propongo un assessore unico per la montagna dedicato proprio alle problematiche delle aree interne, evitando lo spacchettamento di progetti e tematiche che invece, si capisce bene, sono tutte strettamente e indissolubilmente legate tra loro.”
L’incontro è stato chiuso dalle parole di Giovanni Legnini che ha sottolineato l’importanza dei temi presentati, appoggiando di fatto le proposte di D’Alonzo, che sono già parte di un programma politico che vede i piccoli comuni al centro di un sistema nuovo, in cui le varie tematiche verranno declinate anche nell’ottica dei centri più piccoli, creando in sinstesi una vera rivoluzione copernicana nella governance del territorio regionale.