ALBA ADRIATICA – L’Assessore Regionale alla Caccia Dino Pepe continua a portare avanti una politica inconcludente, che non rispetta le aspettative del mondo venatorio, di quello agricolo e di quello ambientalista.
Devo innanzitutto ringraziare tutti i sindaci e i loro rappresentanti, che hanno espresso la fiducia nei miei confronti. Una fiducia che cercherò di ripagare in ogni azione all’interno dell’Ambito Territoriale di Caccia, al di là delle posizioni politiche, ma solamente nell’interesse specifico degli atti che si devono adottare a favore e a tutela delle attività di competenza.
L’Assessore Regionale Dino Pepe ha voluto queste elezioni per sostituire un membro dell’Atc, l’ex vice questore Giovanni Grimani, prematuramente deceduto, un rappresentante residente a Pescara, il che è tutto dire rispetto alla mia Teramanità. Se Pepe avesse voluto un rappresentante di Teramo lo poteva far nominare già al momento della composizione degli organi dell’Atc. Invece aveva fatto scelte differenti solo per tutelare una maggioranza scricchiolante che non ha mai avuto, se non sulla carta. A livello di prassi io sarei dovuto subentrare automaticamente nel consiglio dell’Atc in quanto primo dei non eletti, ma la mia presenza evidentemente dava fastidio all’Assessore Pepe. Ha scelto una strada diversa che lo ha punito lo stesso.
L’evidenza è che l’intera Val vibrata, territorio in cui Pepe è nato politicamente, gli ha voltato le spalle. A questo punto l’assessore Pepe dovrebbe farsi due domande e darsi anche le risposte, per cercare di capire dove e quanto ha sbagliato. Noi lo sappiamo e glielo abbiamo detto chiaramente più volte. Se dobbiamo continuare a parlare di territorialità, il che lascia il tempo che trova, come mai l’assessore Pepe avrebbe voluto far eleggere un rappresentante di Teramo dai sindaci della Val Vibrata?
Le capacità gestionali e politiche dell’Assessore Regionale alla Caccia Dino Pepe sono sotto gli occhi di tutti. Basterebbe solo ricordare tutti gli errori che ha fatto lui personalmente o, scaricando le colpe a terzi, l’ufficio caccia della Regione. Più volte cacciatori e agricoltori in incontri e assemblee hanno messo in evidenza le illegittimità messe in atto dal suo assessorato; ma anche gli errori, gli sbagli, le incompetenze. Eppure l’assessore Pepe ha continuato per la sua strada. Non bisogna dimenticare che durante l’ultimo incontro, a Guardia Vomano, l’assessore Pepe era stato contestato da una parte di cacciatori e di agricoltori e lui aveva scaricato tutte le colpe della sua inefficienza agli uffici regionali. Critiche gli erano arrivate anche da parte di esponenti del Partito Democratico, ma non ha mai voluti ascoltare i suggerimenti proposti. Oggi l’assessore Pepe non può dire che la mia elezione sia una elezione di centro-destra. È stata invece la scelta di numerosi rappresentanti che vogliono che il mondo venatorio segua la legalità nel rispetto degli agricoltori e degli ambientalisti. Come non dimenticare che l’Assessore Regionale alla Caccia Dino Pepe aveva messo in piedi un piano di contenimento dei cinghiali che non seguiva linee già adottate con successo da altre regioni, ma politiche totalmente sbagliate fino al punto che, dopo un ricorso, la Corte Costituzionale ha giudicato incostituzionale la legge regionale. Questo è stata l’attenzione di Dino Pepe nei confronti del mondo venatorio e degli Ambiti Territoriali di Caccia. Ecco perché forse oggi si giustifica la mia nomina rispetto a una scelta che avrebbe ripetuto antichi errori.

Teramo, 18 dicembre 2018 Ivo Foschi