ROSETO – E’ della settimana scorsa la notizia diffusa dall’amministrazione comunale dell’arrivo ad aprile della centrale operativa del 118 e del successivo spostamento della guardia medica presso la struttura Casarosa nella zona sportiva a sud della città.
“L’arrivo della centrale operativa non può che trovarci d’accordo”, esordisce la consigliera comunale Rosaria Ciancaione. “A Roseto si è cercato per anni di portare il 118 e la guardia medica in un posto che permettesse interventi rapidi ed efficaci, preziosi per la vita delle persone. Peccato, però, che questo venga fatto a discapito di un servizio e di una struttura che nascono per dare un minimo di sollievo alle persone con disabilità grave”.
Casarosa non può essere distolta dalla sua originaria destinazione perché il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha erogato quasi 300 mila euro utilizzando i fondi della legge 104/92 per far realizzare una Comunità alloggio per la residenzialità assistita a favore di disabili gravi.
La cosa che più rattrista è che nella stessa zona potrebbe essere utilizzata la palazzina di proprietà del Comune posta a fianco di “Casarosa”, a circa 50 metri, in coabitazione e sinergia con la “Croce Rossa”.

“Tante volte abbiamo detto e ridetto, con interrogazioni e mozioni portate all’attenzione del consiglio comunale ”, riprende la consigliera, “che i locali al piano terra potrebbero, con una spesa al di sotto dei 10 mila euro, essere separati completamente dal resto della palazzina con accesso a parte e destinati esclusivamente alla centrale operativa del 118 ed alla guardia medica con un ampio parcheggio anche per l’autoambulanza”.

Leggere in una delibera di Giunta “che si rende necessario ribadire la volontà di destinare al Dopo di Noi l’immobile Casarosa, per la cui realizzazione era stato ottenuto il finanziamento ministeriale, pur prendendo atto che parte dello stabile è stato concesso in comodato temporaneo alla ASL di Teramo per la sede della centrale operativa del 118”, sa di presa in giro, appare come un tentativo di sviare l’attenzione raccontando storie cui nessuno potrà mai credere.

D’altronde affermare che un comodato della durata di 10 anni sia temporaneo la dice assai lunga.

Ma ciò che non si comprende affatto è come si possa arrivare ad una scelta del genere togliendo quel poco che si è riusciti a fare nel tempo per la disabilità di fronte ad altre possibilità concrete.

L’alternativa c’è. La centrale operativa e la guardia medica vadano nella palazzina a fianco di Casarosa e l’amministrazione si adoperi per restituire l’intera struttura del Dopo di Noi ai ragazzi con disabilità grave.

“Non ci stancheremo mai di dirlo”, conclude Ciancaione, “se davvero l’amministrazione comunale non tornerà sui propri passi, a Roseto si realizzerà la cosa più ingiusta e in violazione della Legge che la nostra Città abbia mai visto negli ultimi anni”.