TERAMO – La scuola ha scioperato. In molte istituzioni scolastiche il servizio non è stato garantito. Anche la  FLC CGIL Teramo ha partecipato allo sciopero del 15 dicembre ’22 e alla manifestazione regionale in piazza Alessandrini a Pescara, contro una legge di legge di bilancio che favorisce gli evasori, non  mette risorse per i ceti più deboli e trascura il sistema sanitario nazionale. Una legge che non prevede stanziamenti per il rinnovo del contratto di lavoro dei pubblici dipendenti con la conseguenza che, con una inflazione al 12%, le retribuzioni vedranno una forte erosione del potere d’acquisto.

Durante la manifestazione abbiamo anche contestato le norme che disciplinano il dimensionamento scolastico. Si tratta di un provvedimento  inaccettabile perché prevede  una riorganizzazione della rete scolastica che condurrà nel giro di pochi anni alla riduzione delle unità scolastiche con autonomia  nella sola provincia di Teramo di 10 scuole sulle 42 esistenti. Lo ripetiamo: non ci si può limitare a certificare la il calo demografico e tagliare in proporzione al numero degli alunni, altrimenti si rischia una spirale inarrestabile, che avrà tra i suoi effetti quello di non poter garantire un’offerta formativa di qualità.

Intanto, continuano a non esserci risorse per il buon funzionamento delle scuole. Da anni chiediamo l’eliminazione delle classi sovraffollate, l’estensione del tempo pieno nella scuola primaria e  del tempo prolungato nella secondaria  di primo grado,  il ripristino del tempo scuola negato e dei laboratori nella scuola secondaria, l’incremento del personale ATA.

Non si interviene per aumentare l’organico nonostante gli oltre 400 plessi in cui si svolge l’attività didattica.  Infatti non è stato rinnovato l’organico COVID (circa 500 posti di lavoro persi in un solo anno), e le tante criticità  sono state scaricate sulle scuole della provincia.

E’ ora che anche i decisori politici intervengano per arrestare  il declino della scuola pubblica che con l’impoverimento culturale e sociale dei territori,  contribuirà ad accentuare lo spopolamento e ad aumentare le  difficoltà per i nostri studenti e le nostre studentesse nell’affrontare le numerose sfide che la complessità pone.