TERAMO – Ferragosto 2022. E’ giorno di relax, ma anche di riflessioni: lo è per me ma potrebbe esserlo stato anche per l’ex presidente della squadra di calcio della nostra città, al quale abbiamo chiesto un’intervista, che ci ha concesso.

E’ strano? No: forse è più corretto scrivere che è cosa rara. Non è la prima volta, o meglio, è la prima volta senza una telecamera che documenti le debolezze dell’uomo Franco Iachini, emerse nelle due circostanze precedenti, sempre a Supergol: in studio e nei suoi uffici rispettivamente.

Condensiamo esclusivamente i suoi pensieri ripercorrendoli per date, sperando d’essere più incisivi.

(Franco Iachini – 2019) – Mi bastò poco per comprendere che gli investimenti effettuati non avrebbero prodotto ritorni. E’ ovvio che gli impegni assunti andavano onorati ma mi bastò anche meno della prima stagione per comprendere che se il calcio non era mai stato parte attiva della mia vita, dei validi motivi ce n’erano. Non rinnego il mondo del pallone, ma non fa per me tutto quello che gli ruota attorno, soprattutto la “componente politica”. Non si può essere parte attivissima nel momento del bisogno per poi non esserci più successivamente. Un imprenditore, chiunque esso sia, avrebbe cercato di dare una logica agli investimenti effettuati e la mia non ha mai trovato sbocchi, proprio nella mia città.

(Franco Iachini – 2020) – Ereditavamo una squadra che avrebbe avuto bisogno di poco per fare meglio del buono che pure fece, ma il rapporto con la città, non soltanto per errori miei, si era irrimediabilmente deteriorato e se ad un soggetto qualsiasi togli anche l’affetto del mondo che ti circonda, è facile che la situazione degeneri. Come vedi non accenno ai danni prodotti dalla Pandemia, ma vogliamo parlarne?

(Franco Iachini – 2021) – Non avevo più intenzione di spendere ulteriormente in quella situazione complessiva, quindi squadra giovane, direttore ed allenatore giovani. La costante della critica, sempre più marcata, accompagnava ogni mia azione ed era giusto che mi adoperassi per lasciare il passo ad altri. Quel che è avvenuto successivamente nessuno lo avrebbe potuto prevedere, ad iniziare dagli stessi acquirenti.

Ammissioni – I miei errori? Probabilmente diversi ad iniziare dall’essermi fidato ciecamente di tutti i miei collaboratori, che non hanno tradito la mia stima ma che di errori hanno pure loro commesso. Il tutto dopo aver creato un’azienda con quelle che ritenevo essere le migliori delle professionalità. Non è assolutamente vero che abbia sentito il Teramo Calcio cosa mia e di nessun altro, anche se comprendo che determinate situazioni lo abbiano fatto pensare. Tornassi indietro sbaglierei meno, è ovvio, ma va anche detto che non sono stato aiutato dalla stampa, anzi, la tua trasmissione, ad esempio, ha avuto un peso specifico importante. Devo però riconoscere alla tua persona coerenza e serietà professionali.

Fatti ultimi – Sono gli effetti della degenerazione del tifo. E’ un episodio che non mi lasciato insensibile e che ovviamente non trova giustificazioni di sorta ma, nonostante tutto, non serbo rancori verso chicchessia. Certo è che se qualcuno, qualche tempo fa, mi avesse detto che sarebbe finita in questa maniera, lo avrei preso per matto…

Il futuro – Spero e credo nel Consiglio di Stato; il gruppo che ha ereditato il Teramo Calcio meritava e merita rispetto, fino a prova contraria. Sarebbe fantastico se questa estate, che rimarrà comunque agli archivi biancorossi, ci restituisse quella Lega Pro che ci siamo guadagnati sul campo.