Tornano, sabato 16 e domenica 17 ottobre, le Giornate d’Autunno, l’evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi promossa dal FAI e giunto alla X edizione. Nel 2021 l’iniziativa prevede visite in 600 luoghi, solitamente inaccessibili o poco noti, in 300 città d’Italia, tra cui 42 luoghi del Ministero della Difesa, dello Stato Maggiore della Difesa e delle Forze Armate, aperti in occasione del centenario del Milite Ignoto. La più importante manifestazione di piazza dedicata al nostro patrimonio artistico e culturale, sarà dedicata, in Abruzzo ad Angelo Maramai (1961-2021), già direttore generale del FAI prematuramente scomparso.

Tra i cinque itinerari abruzzesi, le Giornate d’Autunno FAI apriranno ad Isola del Gran Sasso, con visite dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, nel pieno rispetto delle norme anti Covid e riguarderanno:

Castello dell’Insula – Il centro storico di Isola del Gran Sasso d’Italia, che sorge ai piedi dell’omonimo massiccio, si concentra intorno al Castello dell’Insula. Appartenuto ai Conti di Pagliara fino al 1340 e in seguito agli Orsini e agli Alarcon Mendoza, il castello fu costruito lungo il perimetro esterno orientale del centro storico, sulla sponda destra del fiume Mavone. È ben visibile il basamento a scarpa con alzati adattati successivamente ad abitazione. Il castello presenta un doppio ordine di loggiato con archi a tutto sesto, del quale quello di ordine superiore aggiunto in epoca successiva. In occasione delle Giornate FAI sarà organizzato un itinerario che, attraversando il “Castello”, offrirà l’opportunità di conoscere la storia di Isola del Gran Sasso e visitare siti di notevole interesse: la chiesa Madonna delle Grazie, la Cona di San Sebastiano – una cappella con affreschi quattrocenteschi, aperta in via eccezionale in questa occasione – Largo Sant’Antonio già chiesa di Sant’Antonio Abate, il percorso dei “motti”, la visita esterna al Palazzetto del ‘500 e al Palazzo baronale, il portale di Matteo da Napoli, il portale quattrocentesco con bifora, fino a giungere al punto di confluenza dei fiumi Ruzzo e Mavone nel Parco “Ortolano”.

Eremo di Fra’ Nicola – Più conosciuto con il nome di Grotta di Frattagrande, l’Eremo di Fra Nicola è un piccolo abitacolo situato nella frazione di Pretara, a breve distanza dal centro del borgo. Si tratta di una piccola chiesa incastonata nella roccia, costruita dall’ultimo eremita del Gran Sasso, l’anacoreta laico Nicola, che vi trascorreva le sue giornate in meditazione. Nato nel 1803 a Picciano con il nome di Nicola Torretta, nonostante le origini benestanti il giovane scelse di fare il contadino. Erano anni di forte agitazione e malcontento tra la popolazione della provincia e per sedare eventuali agitazioni il sindaco di Teramo fece ricorso alla missione dell’Arciconfraternita del Preziosissimo Sangue di Gesù Cristo che, con sermoni cupi da fine del mondo, infervorò il cuore di Nicola, che si recò a Ortona per prendere i voti da Cappuccino. L’abito però gli fu rifiutato per la sordità all’orecchio sinistro ed ebbe così inizio la sua vita da eremita laico, nella quale si dedicò alla meditazione e al restauro di quattro chiese rupestri poste su versante teramano del Gran Sasso: Santa Maria a Pagliara, San Cassiano, Santa Colomba e San Nicola di Fano a Corno. La costruzione di Fratta Grande ebbe luogo attorno al 1850. L’aspetto dell’eremo è modesto, le forme elementari. La struttura interna, dalle dimensioni ridotte quasi in proporzione con la statura dell’eremita, si presenta con un lungo corridoio diviso in due parti. La chiesetta ha una cappella centrale e due laterali e in un grande vano dietro all’altare sono ancora conservati i resti di un presepe costruito da Fra’ Nicola. Nell’ultimo ambiente si trovano il chiostro e la stanzetta dove Nicola visse i suoi ultimi giorni.

Museo Centro per le acque del Gran Sasso e borgo di San Pietro – Il Centro per le acque del Gran Sasso si trova a San Pietro, borgo incastonato nello splendido scenario dei Monti Brancastello e Prena, dalle cui pendici sgorgano abbondanti acque sorgive. Primo in Italia a illustrare il ciclo dell’acqua, il Centro offre un particolare percorso didattico-esplorativo che, attraverso gli ambienti naturali e umani del Parco, invita a una riflessione sul valore dell’acqua come risorsa tanto insostituibile quanto esauribile. Le sale sono allestite utilizzando supporti didattici per descrivere con immagini ed esperienze multimediali il ciclo dell’acqua negli aspetti scientifici e culturali. Diverse sezioni tematiche caratterizzano il percorso museale mettendo a confronto l’acqua con la montagna, l’energia, la roccia, l’esplorazione, il lavoro dell’uomo, la tecnologia, il culto, la poesia e il mito. Il Centro di S. Pietro è inoltre il punto di riferimento del Parco per la ricerca, lo studio, e l’osservazione delle acque nei diversi ecosistemi. La struttura è dotata di uno speciale percorso per non vedenti, per i quali all’esterno del Centro è stato creato un sentiero nel bosco della lunghezza di oltre un chilometro.

Chiesa di San Giovanni ad Insulam o al Mavone – Prende il nome dall’omonimo fiume che scorre ai piedi del colle su cui sorge e rappresenta uno splendido esempio di architettura romanica abruzzese, costruita intorno al 1100 per essere quindi modificata alla fine del XIII secolo dai Benedettini di Montecassino. Si presenta con una facciata in pietra squadrata a coronamento orizzontale, arricchita da una finestra centrale circolare, da due bifore ai lati del portale e dalla decorazione ad archetti pensili su mensole che corre lungo tutto il perimetro esterno. Alla facciata venne successivamente aggiunto un campanile a vela. Al di sotto del presbiterio trova posto una cripta molto ampia, anch’essa a tre navate con volte a crociera. Risale probabilmente alla fine dell’XI secolo e la sua porta esterna, che oggi appare murata, fa pensare che questo sia stato l’originario luogo di culto su cui in tempi successivi è sorto poi l’intero complesso. I ruderi che si notano a fianco della chiesa sono certamente i resti di un antico monastero, distrutto probabilmente da un incendio o un terremoto. Il convento aveva una struttura lunga e stretta, lungo la quale trovavano posto le celle dei monaci; un’ampia sala alla fine del corridoio consentiva le attività comuni.

Palazzo baronale Henrici-De Angelis – Nel cuore del centro storico di Isola, il Palazzo sorgeva in una posizione strategica, alla confluenza dei fiumi Ruzzo e Mavone, nella parte più alta dello sperone di roccia su cui insisteva l’antico nucleo. Risultato di un’aggregazione di varie costruzioni, la sua struttura e la sua organizzazione sono tali da comprendere al proprio interno tutte le attività necessarie alla vita quotidiana: stanze per la conservazione delle vivande (vino, olio, grano, ecc.), locali per l’accumulo di legna, stalle, ma anche i piani nobili con le zone di rappresentanza e di residenza. Il Palazzo nel ‘600 apparteneva all’importante famiglia degli Uranij, che vi abitarono fino al 1812 quando l’ultimo erede, Carlo, ne donò la proprietà ad Antonio Ottavini e Filippo Ciavarelli. Gli Ottavini avevano la loro principale residenza a Basciano e usufruirono poco della casa. La vendettero nel 1836 ai signori De Angelis di Isola, i quali la ricevettero in grave stato di degrado. Il terremoto del 1950 apportò ulteriori danni all’edificio, provocando crolli in alcune strutture. La configurazione della casa rispecchia le esigenze dei Signori medievali, cioè un rifugio chiuso e sicuro per difendersi dai nemici, che sa trasformarsi in una dimora accogliente in tempo di pace. Al primo piano si può osservare l’elegante salone principale, punto nodale della casa, costituito da una copertura con sei campate di volta a vela, ornate da decorazioni dipinte ai lati delle volte e dal massiccio e imponente camino, che presenta scolpito il monogramma di San Bernardino e dipinto lo stemma degli Hernici-De Angelis. Il Palazzo apre eccezionalmente in occasione delle Giornate FAI per gli iscritti alla Fondazione.

Elenco completo dei luoghi aperti in ABRUZZO e modalità di partecipazione all’evento su: https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-autunno/i-luoghi-aperti/?regione=ABRUZZO