TERAMO – Ritardi nell’acquisizione delle pratiche, lentezze burocratiche, personale esiguo e poco adeguato, sono tra le principali cause di una procedura di ricostruzione che non riesce a partire. E’ quanto torna a denunciare l’Ance Teramo, che prova a proporre soluzioni, come quella anche di lanciare un task force permanente di personale specializzato che curi la fase emergenziale e post emergenziale degli eventi sismici e calamitosi. Ma intanto “la linea rossa del ritardo nei pagamenti delle opere pubbliche è stata ampiamente superata; le imprese sono a rischio fallimento perché aspettano per mesi i corrispettivi che la legge impone di trasferire al massimo entro 60 giorni dallo stato di avanzamento lavori.
Poi vi sono i lavori emergenziali che le amministrazioni affidano in regime di urgenza. Le imprese si rendono subito disponibili ad avviare i lavori, ma nel caso di quelli affidati dalla Provincia di Teramo dopo il sisma e la nevicata di gennaio 2017 il pagamento è stato effettuato in minima parte.Il saldo completo arriverà forse fra alcuni mesi, quando parecchie imprese rischieranno di non farcela. È la sconfitta dello Stato nella sua interezza.
Mancano all’appello oltre 11 milioni di euro di pagamenti sui 20 milioni affidati dall’Ente nel 2017. GUARDA INTERVISTA RAFFAELE FALONE, PRESIDENTE ANCE TERAMO