TERAMO – Il Presidente Provinciale Arci Teramo Giorgio Giannella interviene con una riflessione su quanto sta accadendo nel nord-est della Siria, dove proseguono i bombardamenti dell’artiglieria e dell’aviazione turca contro obiettivi curdi. Ecco la sua riflessione sui recenti fatti di cronaca:

“IL TERRORISMO CHE TERRORIZZA”

Abbiamo ospitato, nel febbraio 2016 ultimo anno di conflitto contro dell’Isis all’interno del Circolo Arci L’Officina una delegazione della Rete Kurdistan Italia e Uiki Onlus oggi sebbene senza sede non dimentichiamo.

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Il 2001 lancia la “Jihad” occidentale al terrorismo dopo la strage delle Twin Towers a New York. Una “guerra santa”, contro gli estremisti mussulmani talebani, formulata dai neocons statunitensi che ha trascinato la comunità internazionale in una reiterata politica di instabilità cronica. Dopo l’Afganistan, l’Iraq, le primavere Arabe, la tentazione Iraniana, il terrorismo in Europa e infine la Siria. “Guerra Santa” nutrita da un tribale dibattito pubblico argomentante lo scontro di civiltà e condito di cristianesimo utile come sempre a nascondere le ragioni geopolitiche ed economiche delle opulenti società occidentali. Il terrorismo diventa il protagonista indiscusso e fa capolino, con attentati sparsi, per giustificare crimini contro l’umanità rinnovati dalla comunità internazionale. Così oggi tradiamo di nuovo il popolo Curdo: utile, necessario e indispensabile contro la guerra all’autoproclamato Stato Islamico Siriano ma considerato dal governo Turco comunque un popolo terrorista che in bocca ancora intona “Bella Ciao”. Certo l’equilibrio raggiunto nel 1916 con l’accordo franco-britannico Sykes-Picot disegnò sulla carta stati-nazioni a tavolino governati sempre da colpi di stato militari piuttosto che tramite evoluzioni politiche ed elezioni democratiche che contempliamo di esportare in ogni campagna militare. Nella sola Turchia, si sono verificati almeno sei tra interventi e colpi di stato militari reali o presunti tali: colpo di stato del 1960, Memorandum militare 1971, colpo di stato del 1980, presunto colpo di stato del 1993, Memorandum militare 1997, presunto Colpo di Stato del 2016. Mentre il Ministro degli Esteri Italiano taglia striscioni dinanzi al Parlamento il nostro paese e l’intera politica è muta dinanzi all’attacco di alleati e civili determinanti per la sconfitta del Califfato. Le Istituzioni Europee recitano perfettamente il copione nascondendosi nell’irrilevanza, le prime bombe cadono in Mesopotamia culla della civiltà. Noi faremo la nostra parte come sempre e rinnoviamo la mobilitazione nelle piazze contro questo nuovo ingiusto conflitto.

— Giorgio Giannella