TERAMO – “ACI è sempre soddisfatta quando il Legislatore si occupa di sicurezza stradale ma leggendo il testo del disegno di legge di conversione del cosiddetto “decreto semplificazione”, da poco approvato in Senato, si scopre che sono state inserite importanti novità per il Codice della Strada: dagli autovelox nelle strade di quartiere, ai netturbini che potranno sanzionare le auto in sosta, alle bici contromano”. Questi i temi sui quali il Presidente dell’Aci, Carmine Cellinese, chiama a confronto gli amministratori locali: il Sindaco e Presidente Anci Gianguido D’Alberto, l’Assessore al Traffico del Comune di Teramo Maurizo Verna, il Presidente della Provincia Diego Di Bonventura e il Consigliere provinciale delegato alla Viabilità Lanfranco Cardinale, per affrontare la situazione e coordinarsi “per evitare che la cosiddetta ‘semplificazione’ si traduca in una deregulation sulle nostre strade”.

Per Cellinese è un errore scrivere nel CdS che la durata del giallo debba essere almeno di 3 secondi, perché può creare malintesi e far tarare tutti i gialli semaforici sui 3 secondi, come se fossero tutti uguali. “L’individuazione della giusta durata del giallo semaforico – puntualizza il Presidente Aci – deriva, invece, da un calcolo complesso e unico per ogni incrocio. Non ci sembra corretta anche la possibilità di istallare autovelox perfino sulle strade locali dove vige il limite orario di 30 Km/h. L’autovelox è un utile strumento per controllare e limitare la velocità degli utenti nei punti più critici o pericolosi, nei quali è opportuno avere la certezza che la velocità venga ridotta, in modo da consentire di guidare in sicurezza. È, viceversa, diseducativo, quando non addirittura pericoloso, l’autovelox diffuso, magari installato per far cassa e nemmeno correttamente segnalato, secondo quanto previsto dalla normativa”.

“Una particolare attenzione meritano, inoltre tutti i provvedimenti riguardanti le biciclette. Restiamo fermamente contrari alle bici contromano ed alla possibilità che possano transitare sulle corsie riservate al trasporto pubblico. I dati di incidentalità ci dicono che si tratta di pratiche estremamente pericolose, anche in considerazione dell’esposizione al rischio del ciclista rispetto ai veicoli a quattro ruote: più di 50 volte superiore. Inoltre, a leggere la proposta, sembrerebbe che, in città, basti imporre il limite di 30 km/h e la bicicletta possa fare tutto: avere la precedenza su tutti, procedere in senso di marcia opposto a quello dei veicoli, andare appaiati e magari sorpassare. Questa sorta di ‘deregulation’ della mobilità ciclabile ha, secondo noi, un forte effetto diseducativo: alle biciclette tutto è permesso e, per conseguenza, anche ai monopattini elettrici, che sono equiparati ai velocipedi, mentre è evidente che, nella mobilità metropolitana, l’anarchia non va assolutamente d’accordo con la sicurezza stradale”.

“Infine, sembrerebbe che da domani anche gli operatori ecologici possano emettere multe o far rimuovere i veicoli – conclude Cellinese – Ci auguriamo che le cose non stiano così e che la proposta riguardi solo l’ampliamento delle funzioni degli ausiliari del traffico che, ricordiamo, devono limitarsi a segnalare l’infrazione al Corpo di Polizia Municipale”.