“A Dio tutto è possibile”. La speranza è l’unica scelta ragionevole di fronte ai drammi che il mondo sta vivendo: prima la pandemia (da cui non siamo ancora del tutto usciti), adesso la guerra. E il pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto, che riprende il suo normale percorso dopo le due precedenti edizioni svoltesi in forma ridotta e simbolica, vuole offrire a ognuno la possibilità di guardare alla propria vita con fiducia e di aprirsi al Mistero attraverso la preghiera, le testimonianze, i momenti di riflessione, l’aiuto reciproco, i canti che allieteranno la fatica del cammino notturno. “A Dio tutto è possibile” E anche il silenzio avrà un suo valore. Dopo due anni in cui il Covid ha imposto di rivedere il cammino di fede, per quest’anno il pellegrinaggio Macerata-Loreto ritrova la sua formula abituale, anche se in maniera ridotta e con qualche novità. Il comitato organizzatore ha deciso di far tornare i fedeli che accompagneranno la croce nel lungo percorso in notturna che unisce le due città ma, dato che ancora non si può abbassare la guardia, non potranno partecipare più di mille persone. “A Dio tutto è possibile” Il pellegrinaggio si svolgerà sabato 11 giugno, dalle 20.30, con una cerimonia inedita dallo Sferisterio e non, come tradizione, dallo stadio Helvia Recina, a cui parteciperà anche il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna. Da lì i pellegrini si incammineranno alla volta della Santa Casa di Loreto dove l’arrivo della testa del corteo è previsto nelle prime ore di domenica 12 giugno. «Quest’anno la realtà della guerra ci rende ancor più dolorosamente mendicanti, desiderosi di seguire il Papa nell’invocazione a Maria del dono della pace – spiegano dal Comitato organizzatore –. Desideriamo stare alla realtà così come ci viene incontro, senza paura di perdere qualcosa. Riteniamo, quindi, ragionevole riprendere il cammino, limitando il numero di pellegrini. L’edizione numero 44 del 2022 contiene il rimando “A Dio tutto è possibile”. «In questi oltre quarant’anni la parola impossibile è diventata sempre più familiare al popolo del pellegrinaggio. Abbiamo visto trecento persone diventare negli anni decine di migliaia, provenienti da tutta Italia e dall’estero, radunarsi a Macerata per compiere un cammino notturno di trenta chilometri e arrivare al mattino presto a Loreto, alla casa di Maria, sperimentando una gioia incompatibile con la fatica del cammino percorso. Noi ne siamo stati stupefatti testimoni. Giovani e anziani, uomini delle istituzioni e semplici pellegrini. E l’arrivo del mattino ha confermato che a Loreto c’è un Tu che ci aspetta e che di quella impossibile letizia suggeriva la ragionevole “caparra”».

Saranno più di 100 i teramani che parteciperanno. L’attesa del pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto è sempre più viva, tanto più in questi tempi, per imparare a vivere con fiducia. Papa Francesco nella telefonata al pellegrinaggio virtuale dell’anno scorso ci ha detto che la speranza è avere sempre davanti l’orizzonte della vita che è Gesù. La fiducia in Gesù, Figlio di Dio, che ci apre alla speranza e all’orizzonte della vita, la impariamo dalla Madonna e dai Santi, che ci riconducono a Lei. Così diceva San Massimiliano Kolbe: “Miei cari figli, se desiderate vivere e morire felici, sforzatevi di approfondire l’amore filiale verso la Mamma Celeste: confidate in Lei”. E così diceva anche San Padre Pio: “Se sentiamo difficoltà ad accedere al trono di Dio andiamo a questo canale che è la Madonna, ci sentiremo il cuore più allargato alla confidenza, alla speranza, alla fiducia; soltanto ci vuole costanza”. Quest’anno io non parteciperò al pellegrinaggio  ma sono felice che saranno in tanti a farlo anche dalla mia terra  per imparare a vivere con più fiducia: fiducia in Dio e nel suo Figlio Gesù, fiducia nelle Chiesa e nel Papa, fiducia nella comunità incontrata e tra di noi, confortato dalla fiducia nella Madonna, che Don Giussani chiamava la Viandante vittoriosa dell’umano cammino. Il nostro pellegrinaggio ci educa a impostare i rapporti umani dentro questa fiducia. Esorto tutti a partecipare anche seguendoci attraverso i mezzi di comunicazione, a causa della pandemia, pregando, riflettendo e continuando ogni giorno questo cammino di speranza, colma di fiducia». “A Dio tutto è possibile”,  «Ciò che è impossibile agli uomini, non è impossibile a Dio». Da qui nasce una «speranza certa». Una nuova visione della comunità.