ROMA – La proposta del deputato Antonio Zennaro, presentata con un emendamento al Dl Rilancio, prevede di finanziare il “fondo salva sport” con una tassa del 4% da applicare sugli ingaggi dei giocatori di serie A, in maniera marginale e per un periodo di tempo limitato. Ad oggi il fondo dovrebbe essere alimentato con una quota della raccolta delle scommesse sportive, sebbene questo settore ancora non riparta e si trovi con decine di migliaia di lavoratori in cassa integrazione su tutto il territorio nazionale, compreso l’Abruzzo.

“Attualmente c’è un problema serio di coperture per aiutare gli sport minori e le associazioni che fanno attività agonistiche in settori meno ricchi di quelli del calcio” – dichiara Zennaro – “ Si tratterebbe per i procuratori sportivi e per i campioni di devolvere un contributo minimo di solidarietà, un obiettivo nobile per cercare di ristabilire un principio di equità sociale tra le diverse categorie di sport, consentendo a quelli hanno di più di aiutare quelli che hanno meno risorse.”

Per fare un esempio, il campione Ronaldo percepisce circa 31 milioni euro d’ingaggi l’anno, il suo contributo ammonterebbe quindi a 1,24 milioni di euro e gliene resterebbero poco meno di 29 milioni. Si stima che nel 2019 il monte stipendi medio per ogni calciatore professionista valga circa 2,66 milioni, calcolato su un conteggio di circa 500 giocatori, e con un’aliquota del 4% si avrebbero circa 40 milioni di risorse da destinare agli sport minori.

“ Non è una proposta provocatoria, ma una maniera intelligente di creare resilienza all’interno dello sport stesso, ciò avrebbe un impatto benefico anche sul nostro territorio e sulle realtà sportive che ci caratterizzano, oltre a quella importantissima del calcio, come il baseball, la pallavolo, la pallamano o il rugby, solo per citarne alcune.” – spiega il deputato e conclude – “Discipline minori in termini di possibilità e di visibilità, ma non per quanto riguarda i sogni, la fatica e l’impegno dei tanti ragazzi che ne fanno parte. E’ importante ascoltare e considerare tutte le associazioni e credo che le ordinanze della Regione Abruzzo, soprattutto quelle che riguardano l’esercizio delle attività sportive, debbano essere frutto di conoscenza tecnica e di confronto, per garantire una reale applicabilità delle stesse.”