Il 70° festival di Sanremo è finito; certo ne ha fatta di strada, da quel Grazie dei fiori del 1951, passando lungo il Viale d’autunno, in mezzo a Tutte le mamme che cantavano Aprite le finestre e incitavano a volare Nel blu dipinto di blu.

Più avanti una ragazza Romantica diceva Non ho l’età al ragazzo che le sussurrava Dio come ti amo; ma lei, innamorata di un altro, decisamente rispondeva Non pensare a me.

Sotto un lampione una Zingara leggeva la mano a un disoccupato rivelandogli l’arcano: Chi non lavora non fa l’amore, ma torneranno tempi migliori con I giorni dell’arcobaleno, quando l’uomo troverà finalmente Un grande amore e niente più!

Ciao cara come stai diceva il fidanzato ch’era partito lasciando sola la Ragazza del sud, ti giuro che Non lo faccio più, da oggi in poi resterò sempre con te che sei Bella da morire.

Gente che si prende, gente che si lascia: Storie di tutti i giorni. Sarà quel che sarà, pensò il ragazzo che non trovava la ragazza giusta, Se m’innamoro di qualcuna sarò felice, ma se poi dovesse andar male rischio di Perdere l’amore. Il futuro è un Mistero, non so se sarà Senza te o con te, so che un giorno Ti regalerò una rosa quando finalmente sarò colpito dal fatidico Colpo di fulmine!

Chiamami ancora amore piangeva un vecchio al cimitero sulla tomba della dipartita consorte.

Non è l’inferno che può separarci, predicava un pazzo dal balcone, L’essenziale è restare Controvento per difendere il Grande amore; e mentre gridava la formula Occidentali’s karma incitava l’occasionale passante: getta via i Soldi al vento e strilla, fatti notare, Fai rumore!

Un rumore pieno di silenzio, in questo 2020 dove la melodia della canzone italiana è forse annegata, diventando un ricordo per sempre.

Pasquale Felix