BELLANTE – Si terrà domenica 16 febbraio alle 10.45, in piazza Mazzini a Bellante paese, di fronte al Monumento ai Caduti la cerimonia di commemorazione in memoria dei martiri delle foibe e dell’esodo istriano, giuliano e dalmata, promossa dall’Ass.ne Culturale Nuove Sintesi, in collaborazione con l’Ass. Naz.le Venezia Giulia e Dalmazia. L’iniziativa si svolgerà alla presenza dell’Assessore alla Cultura Teresa Di Berardino e del Prof. Elso Simone Serpentini, che interverrà con un discorso commemorativo. Le uniche bandiere consentite alla Cerimonia di Commemorazione saranno il Tricolore italiano e le bandiere di Istria, Fiume e Dalmazia. Gli organizzatori, nell’invitare la cittadinanza bellantese e quella di tutta la provincia teramana a partecipare, ricordano che la Giornata del Ricordo del 10 febbraio è stata istituita dalla legge 92 del 30 marzo 2004.

“Fra il 1943 e il 1947, per volere del maresciallo Tito, oltre 10 mila persone furono gettate vive in profonde gole chiamate Foibe in nome di una pulizia etnica che doveva annientare la presenza italiana in Istria e Dalmazia, un genocidio che non teneva conto di età, sesso e religione”, si legge in una nota, “Nel 2020 c’è ancora chi crede che le foibe siano state una forzatura di qualche storico sprovveduto e non genocidio e una pulizia etnica ai danni degli italiani”.

Ecco un breve ricordo di quanto avvenne in quei giorni:

“Siamo negli anni della Seconda guerra mondiale, sul confine orientale. E gli slavi, guidati dal comunista Tito, strappano centinaia e centinaia di italiani dalle loro case e li portano via. Li trascinano fino ai bordi di quei crepacci naturali che sono, appunto, le foibe: imbuti che sprofondano nelle voragini della terra fino a 200 metri. I partigiani titini mettono gli abitanti di quei luoghi in riga, con un filo di ferro legato al polso, fino a formare una catena umana. Il primo della fila viene fucilato e con il suo peso trascina nella foiba tutti gli altri. Vivi.”

“16.000 italiani uccisi nelle foibe e nei campi di concentramento dei partigiani comunisti slavi agli ordini di tito. furono massacrati uomini, donne, vecchi e bambini la cui sola colpa esser italiani.

Molte volte i partigiani slavi violentavano le donne e le bambine davanti ai mariti o ad i genitori.

350.000 italiani esiliati e scacciati dalle loro terre, indegnamente trattati dai governi del dopoguerra, come italiani di serie b.

Una storia occultata per decenni, una storia dolorosa, una storia tutta italiana, una storia di vile silenzio”.