PESCARA – Di recente la delegazione che rappresenta ANBBA in Abruzzo si è pronunciata, con un comunicato fremente di indignazione, difendendo a “spada tratta” l’uso dei “voucher” per la colazione al bar per i propri ospiti nei B&B abruzzesi anziché servirla presso i locali dove esercitano tale attività. Su 20 Regioni italiane l’Abruzzo risulta l’unica ad insistere per adottare questo strano sistema assolutamente in contraddizione con la filosofia stessa di accoglienza familiare. Viene spontaneo perciò chiedersi, in proposito, cosa ne pensi la “casa madre”, l’ANBBA nazionale, con sede a Roma, che rappresenta le diverse attività di accoglienza extralberghiera, la quale per quel che se ne sa non si è pronunciata mai sulla questione, ma non sembra guardare la cosa con molto favore e sarebbe molto strano il contrario!

D’altra parte l’invito a far chiarezza e a mettere ordine nei fatti e nelle opinioni è certamente da accogliere, quindi l’Associazione Abruzzobnb raccoglie la sfida a mettere in fila fatti e documenti di questi ultimi mesi sull’argomento di cui si parla nel prolisso e polemico comunicato di ANBBA Abruzzo.

Tanto per cominciare, la “famigerata” DGR Abruzzo n. 1060 del 31 dicembre dell’anno scorso non è stata affatto restrittiva dei diritti, anzi ha dato possibilità che prima non esistevano, cioè di poter servire agli ospiti del B&B colazioni fresche, cosa prima vietata dalla legge regionale n. 78 del 2000 sui B&B, un po’ attempata, come si può notare. Certo, questa possibilità era accompagnata da pesanti oneri per i gestori, in quanto erroneamente la “Giunta regionale” aveva introdotto per essi gli obblighi di igiene alimentare che hanno i ristoranti e gli alberghi, obblighi imposti da un Regolamento europeo, cioè li aveva sottoposti al famoso manuale di autocontrollo HACCP.

Bene, in tutte le interlocuzioni scritte tra l’Associazione Abruzzobnb e la Regione, precedenti e successive alla “famigerata 1060” questi obblighi sono stati con forza respinti dall’Associazione, che ha ritenuto e ritiene inaccettabile un protocollo igienico da ristorante e da bar per chi serve caffè, cappuccino e dolcetti per colazioni in casa ai propri ospiti, alimenti che come sanno tutti sanno presentano un rischio sanitario basso, anche preparati nella cucina domestica e nel rispetto di norme igieniche basilari.

Per non dire che quando il gestore non ospita estranei a casa sua può fare come gli pare, quindi eventuali controlli sul tema sono da considerarsi del tutto impropri. E queste interlocuzioni sono sì documenti veri e inconfutabili, visto che si tratta di lettere inviate via e-mail alla Regione, quindi si sa dove possono essere facilmente rintracciate e di cui abbiamo copia agli atti.

Vero anche che comunque, nonostante le criticità rilevate, la DGR 1060 è stata accolta come un significativo passo avanti nella modernizzazione del settore e nell’aggiornamento della normativa, nonché nell’adeguamento della stessa alle normative delle regioni limitrofe.

Ma veniamo ai soggetti che si confrontano sul tema.

L’Associazione Abruzzobnb, ente senza fini di lucro, registrato al registro terzo settore, con il marchio “B&B di qualità” e il logo registrati alla CCIAA di Teramo, nasce nel novembre dello scorso anno in continuità con una precedente associazione di categoria, ma di portata provinciale, che operava sin dal 2012 come associazione B&B “Rive d’Abruzzo” quindi è soggetto esperto del settore, radicato sul territorio da tempo e protagonista di moltissime iniziative a favore della categoria, compresa informazione/formazione, contatti con gli operatori locali per ottenere economie di scala sui servizi necessari, assistenza fiscale, ecc.. Nella propria storia recente può vantare, oltre alle anzidette interlocuzioni con le istituzioni, non solo regionali, numerose iniziative come convegni cui hanno partecipato liberamente tutti i B&B Abruzzesi interessati già nel 2018! assemblee, incontri con strutture locali organizzati dai referenti provinciali appartenenti al Direttivo dell’Associazione, convegni-studio per approfondire tematiche come la privacy nei B&B o le normative antincendio. Oggi il libro soci associativo conta 90 strutture.

Dall’altra parte, un piccolo gruppo di operatori B&B, che fino ad aprile di quest’anno si autodefiniva “gruppo spontaneo”, quindi non un soggetto giuridico, che ha deciso di recarsi alla sede nazionale dell’ANBBA, in piazza del Popolo a Roma, a chiedere di poter rappresentare l’Abruzzo all’interno di un’Associazione nazionale che ricomprende tutte le forme di accoglienza extralberghiera. Fino ad aprile 2019 l’ANBBA non si era mai occupata della Regione Abruzzo. Aggiungiamo che anche l’Associazione Abruzzobnb aveva nel 2018 contattato l’ANBBA perché potessero essere presenti durante alcuni incontri con B&B abruzzesi per dare il loro contributo ma la loro risposta è stata: prima vi iscrivete pagando la quota e poi ci muoviamo! Il sospetto è che l’operazione di istituzionalizzazione del gruppo sia stata favorita, se non addirittura suggerita, dall’attuale Assessore abruzzese al turismo, cui probabilmente fa più comodo avere un interlocutore del genere che dei rompiscatole come quelli di Abruzzobnb; ma questa è un’altra storia.

Dicevamo, del suddetto “gruppo spontaneo” non si vede traccia sul territorio (anche perché pare che gli iscritti si possano contare sulla punta delle dita), nel senso che non risulta che il loro “alacre lavoro” abbia prodotto alcunché di utile per gli operatori di B&B, oltre a qualche post sul sito ANBBA della casa madre e alcuni comunicati stampa, ma forse svolgono un lavoro meno evidente e più sotterraneo.

Però c’è da dire che si sono presentati compatti ad un convegno della nostra Associazione Abruzzobnb svolto a S. Maria Imbaro e aperto a tutti i B&B dell’area turistica Chieti-Vasto, al solo fine di contestare e nonostante l’invito offerto a sedersi e discutere assieme di tutte le questioni, il gruppo ha inteso astenersi e fare solo inutili e strumentali polemiche sulla parola “qualità” presente nel marchio associativo. Quel che è certo è che l’ANBBA Abruzzo si dichiara fiera sostenitrice del diritto al Voucher per l’operatore di B&B, cioè della possibilità per l’operatore medesimo di mandare l’ospite al bar a fare colazione, come un qualunque affittacamere; è da precisare che questo risultato viene ottenuto ispirando e appoggiando l’approvazione da parte dell’attuale Giunta regionale della Delibera di Giunta n. 307 del 3 giugno 2019, nella quale, dopo aver ricopiato fedelmente la precedente Delibera 1060 (con tutti gli annessi e connessi, compresi gli oneri HACCP a carico dei B&B abruzzesi), si aggiunge che il manuale di autocontrollo potrà essere semplificato, ma non si precisa da quale norma questo potere di semplificazione derivi; ma si dice anche che per evitare tutti questi impicci burocratici dovuti alla assoluta necessità di un severo regime igienico in casa è sufficiente dichiarare al SUAP del Comune di competenza che gli ospiti andranno al bar a fare colazione. Facile, no? Un bel progresso rispetto alla vecchia legge, non c’è che dire! Un bel risultato di cui l’ex “gruppo spontaneo” può andare orgoglioso, a testimonianza del suo “lavoro alacre” sul territorio, e soprattutto un bell’assist per l’attuale Assessore al Turismo.

Nessuna legge regionale italiana consente quello che la 307 permette, ma in compenso molte leggi regionali italiane lo vietano esplicitamente, come avviene nelle Regioni Puglia e Veneto. Questo deve aver insospettito il Tribunale Amministrativo Regionale Abruzzo, che, interpellato da Abruzzobnb sulla legittimità della 307 sia sotto l’aspetto HACCP che dei Voucher, ha pensato bene di sospenderne l’efficacia, in attesa di studi più approfonditi. Il bar non c’è dappertutto in Abruzzo, e non può essere considerato un “momento aggregativo” che consente” lo sguardo verso il mare e contemporaneamente verso la montagna abruzzese”, salvo ripensare tutto quel che logica e razionalità ci hanno insegnato finora.

L’Associazione Abruzzobnb ha dovuto suo malgrado ricorrere al giudice terzo per sostenere le proprie ragioni in quanto, nonostante le reiterate richieste di incontro con l’attuale Assessore al Turismo per discutere assieme sulla situazione del comparto, ha preso atto della totale, ingiustificata e censurabile chiusura dell’istituzione al confronto, che non è una bella notizia per nessuno.