TERAMO – Domenica, allo Stadio “Renzo Barbera-La Favorita”, i biancorossi saranno condannati a vincere; per la società, per la tifoseria, per la città tutta, per l’orgoglio di un’intera provincia. Forse anche per riprenderci quanto ci fu ingiustamente tolto sei anni or sono e per continuare a rincorrere un sogno.

Non c’è soluzione di ricambio; se non ce la facessimo potrebbero svanire i nostri progetti ambiziosi, con la prospettiva di un futuro incerto. Al contrario, vincendo, alimenteremmo ambizioni immediate, consolidando certezze per una concreta continuità societaria futura.

Giochiamocela con l’attenzione e con la cattiveria necessari; il Palermo di Giacomo Filippi (45 anni), ex biancorosso, non è più squadra fragile, insicura, confusa, altalenante. Evidentemente il vecchio modulo, il 4-3-2-1, non era lo schieramento più consono alle caratteristiche tecnico-tattiche della rosa. Con Filippi, subentrato alla 28°, dopo la sconfitta di Viterbo, il Palermo, in 10 partite, ha conquistato 20 punti, frutto di 6 vittorie e 2 pareggi, con 17 reti realizzate e 13 subite. L’attuale mister li dispone con il 3-4-2-1, avendo “accantonato” qualche mostro sacro (Crivello). Con Pelagotti (1) in porta, i tre centrali in difesa sono Accardi (4) che spinge in fascia destra, Lancini (13) centrale e Marconi(15) a sinistra. A centrocampo, sugli esterni, schiera un difensore puro, Doda (2) o Almici (29) a destra, che coprono Accardi, il vero cursore esterno, anche se lo stesso Almici sa offendere, sovrapponendosi al trequartista destro. A sinistra c’è Valente (14), un autentico uomo di spinta, praticamente un’ala: è un piede destro, arrembante e spesso va al tiro (ha realizzato 5 reti).

Nella terra di mezzo troviamo il duo Luperini (27) e De Rose (18), con il primo a sinistra o centrale e spesso in spinta verticale, a rimorchio delle punte e bravo ad inserirsi (anche lui 5 reti); il secondo, De Rose (18), bloccato, agisce a destra ed è molto bravo nell’organizzazione del gioco, nelle aperture sulle fasce e nelle rifinire. Non disdegna le conclusioni dalla distanza, di destro. Sulla trequarti, nel “mezzo spazio” di sinistra, si muovono l’intraprendente Floriano (7), un’ala veloce, ficcante e che va rapidamente al tiro e, a destra, l’ala Silipo (10), oppure Kanoute (20), giocatore esperto, anche lui un’ala destra, o una seconda punta all’occorrenza. Da prima funge Rauti (23), un trequartista, quasi un “finto nueve”, che si muove creando spazi e non dando riferimenti ai difensori: è un calciatore in possesso di una buona tecnica. Ha preso il posto del centravanti di ruolo, Lucca (17), classe 2000, goleador della squadra (13 reti), solido e che sa fa a sportellate in area come pochi. Al momento è infortunato ma non è da escludere che possa rientrare proprio contro i biancorossi…

Comunque in attacco i trequartisti dietro a Rauti possono essere Floriano a sinistra e Kanoute a destra, oppure Silipo a destra e Floriano a sinistra, ma anche Santana (11) a destra, stagionato ma sempre pericoloso, e Floriano a sinistra. Centravanti, oltre a Rauti e a Lucca, il titolare, c’è anche Saraniti (9), un destro, classica punta centrale. A centrocampo la coppia titolare è Luperini-De Rose ma ci sono altri centrocampisti come Broh (21), Odjer (19), Martin (19), Palazzi (5), ed il 2002 Florio(18). Spesso, se in vantaggio, Filippi sostituisce il trequartista di destra con Broh, per irrobustire il centrocampo. In difesa altri elementi sono: i difensori classe 2000 Peretti (16), centrale, Marong (26) e Corrado (3), quest’ultimo terzino, oltre a Somma (24) e Crivello (6), fluidificante sinistro.

Il Palermo è squadra rifiorita, segna tanto ma subisce anche parecchio. E’ formazione arrembante, che riempie la trequarti avversaria con i due esterni di fascia, con i due trequartisti e la punta e con Luperini a rimorchio, palleggiando stretto. Soltanto De Rose rimane arretrato a fare lanci e quindi, essendo squadra che si sbilancia, una volta recuperata palla va ribaltata l’azione, velocemente, con verticalizzazioni verso le nostre punte e con cambi di gioco sulle fasce.

Sulla loro fascia sinistra Valente, essendo un’ala, si sbilancia e rientra in ritardo a fare il quinto; non sa marcare. A destra sono più coperti, impiegando un terzino che rientra facilmente a fare il quinto. La loro difesa a tre spesso è pasticciona e molti gol li subisce subendo dei cross. Elementi da bloccare: De Rose, che apre il gioco ma che ha problemi con l’avversario addosso, che spesso gli va via. Pressing medio e coprire bene le fasce per evitare i loro cross, dai quali sono scaturite molte reti con le spizzate di Rauti verso il secondo palo o direttamente siglate da Lucca. Attenzione massima a Luperini; è centrocampista con il senso del gol. Arrembante e a rimorchio delle punte, agisce Valente a sinistra, che si sovrappone a Floriano (quasi un 3-1-5-1). Pericolosi nelle ripartenze in campo aperto, bisogna fare attenzione alle marcature preventive. Pressare con aggressività i loro mediani (Luperini e De Rose) per non permettere loro di innescare la batteria dei trequartisti e dei due esterni di fascia.

Il modulo da contrapporre ai rosa nero, secondo noi non è il 4-4-2; mettersi a specchio con un 3-4-2-1 (o con un 3-4-1-2) consentirebbe:

  • di avere una difesa 3 contro 3 sulla loro punta e sui due trequartisti;
  • di contrastare i due esterni con i nostri Lasik e Tentardini;
  • di posizionarci, nella fase di non possesso, con Arrigoni su De Rose disturbato in prima battuta, a turno, da Birligea e da Bombagi e poi, in seconda battuta, dallo stesso Arrigoni, con Santoro su Luperini;
  • a Costa Ferreira di entrare da sinistra tra le linee, creando l’ uomo in più e di poter “disturbare”, anche lui, De Rose ;
  • a Bombagi, sul centro destra, di agire da trequartista e, in fase di possesso, di attaccare lo spazio che Valente gli concederebbe con le sue percussioni offensive;
  • a Berligea di attaccare la sua zona sinistra, sfruttando lo spazio che Accardi, o chi per lui, gli concederebbe nella propria fase offensiva.

Questo “schermare” De Rose con Costa Ferreira o con Bombagi in prima battuta, consentirebbe ad Arrigoni di non snaturare la propria posizione di centrale e di gestire la linea mediana raddoppiando su tutti e intercettando le linee di passaggio.

Ci siamo presi la licenza di dire la nostra secondo le nostre conoscenze ma è ovvio che sarà Massimo Paci a saper fare, e bene, il suo, magari anche con uno schieramento diverso. Una cosa è certa: è vietato sbagliare. Forza diavoli, crediamoci! – Diego Di Feliciantonio