Sta facendo il giro dei social in queste ore il post dell’assessore teramano Antonio Filipponi, che ringrazia un suo concittadino, il giovane ingegnere aerospaziale Federico Di Iorio, per aver portato davanti a Papa Francesco la propria testimonianza di non violenza, rifiutando un’offerta di lavoro da parte di un’agenzia missilistica europea, in cui avrebbe aiutato nella costruzione di armi se assunto.

Ecco di seguito il video e la trascrizione, tratta da Vatican News, del racconto di Federico, fatto in Vaticano nel pomeriggio del 6 ottobre 2018, durante l’incontro del Papa con i giovani.

Tutto ebbe inizio nel 2015, quando terminavo i miei studi in ingegneria spaziale. Dopo essermi laureato nutrivo grandi speranze per il mio futuro lavorativo, nonostante il tasso di disoccupazione giovanile era molto elevato anche nel mio settore. 

Dopo qualche mese ad inviare il curriculum in giro per l’Italia e aver ricevuto soltanto qualche risposta illusoria, iniziavo a perdere un po’ di coraggio e di speranze. Mi dicevo: Federico, forse sarà il caso di riciclarmi in qualche altra applicazione industriale o, come succede spesso, a migrare all’estero. Mentre vivevo questa situazione molto tribolata, ricevetti in modo inaspettato un’offerta di colloquio da un’azienda che rappresenta il principale consorzio europeo per la costruzione di missili e armi per la difesa. 

Non ero molto sereno, in quanto nascevano dentro di me dubbi sulla natura e gli obiettivi di questa azienda. L’idea di contribuire alla costruzione di missili non rispecchiava affatto i miei valori, ciò in cui credevo e credo, ma al tempo stesso era molto incuriosito e allettato dall’idea di fare una prima vera esperienza di colloquio, e poi in un’azienda così grande. Accettai, mi presentai al colloquio e riuscii a farmi valere tra diversi candidati, tant’è che dopo una settimana fui richiamato dall’azienda che mi comunicò l’esito positivo. 

A questo punto ero totalmente di fronte a un bivio: da una parte un contratto a tempo indeterminato, sicuramente un buono stipendio e una possibilità di far carriera; e dall’altra rimaneva quello in cui credevo io, cioè l’idea di essere un uomo che si impegna nella costruzione di una società non violenta. C’erano anche i colleghi di studi, che mi spingevano ad accettare senza esitazione ma, grazie alla mia famiglia, la mia ragazza, i miei amici, che hanno sostenuto la mia causa e hanno condiviso con me gli stessi valori, sono riuscito ad ascoltare sempre più quella voce che dentro di me poi mi ha spinto a fare la scelta di rifiutare. 

Quindi ho comunicato all’azienda che non ero disposto a compromettere la mia persona per un semplice lavoro. Non nascondo che non è stata una scelta facile in quel momento, perché non avevo niente altro tra le mani. Non avevo altre opzioni, ma di certo non mi sono fatto abbattere. Ho continuato la mia ricerca, ho ricevuto altre proposte che mi hanno portato dove sono oggi, felicemente soddisfatto e realizzato per il lavoro che svolgo nella costruzione di motori per aerei in ambito civile. Grazie