TERAMO – Oggi non è un giorno qualsiasi perché siamo più soli oltre che rammaricati e dispiaciuti per la perdita del grande maestro della musica del cinema italiano Ennio Morricone. Un compositore schivo e modesto, quasi timido alla sua immensa bravura, che ci ha accompagnato per più di mezzo secolo con le sue indimenticabili colonne sonore: ben oltre cinquecento sono stati i temi da film che egli ha egregiamente composto e diretto sin dal primo di essi , in quel lontano 1964, illustrando in musica il primo film western di Sergio Leone “Per un pugno di dollari”.

Ed aveva visto bene il regista Sergio Leone, anche egli grande illustre del cinema italiano e antesignano del filone del “western” all’italiana, andando a chiamarlo di persona, ricordandolo quale suo compagno di scuola elementare e anche soprattutto per la sua grande serietà. E l’incontro fu diretto, di poche parole:”Senti ma tu non sei Ennio Morricone, io sono Sergio Leone, se ben ricordo tu sei venuto a scuola con me … senti, mi dovresti fare una musica per un mio prossimo film … anche perché so che sei nel campo … “. E di lì partirono le celeberrime ed indelebili colonne sonore di tutti gli altri film di Sergio Leone e non solo.

Sicuramente non sbaglierò nell’affermare con certezza che egli resta il più grande compositore di musiche da film di tutti i tempi; come ho già detto sopra ben oltre cinquecento sono stati i suoi temi filmici: dai western ai gialli, dalle commedie all’italiana ai film storici, socio-politici, dai film di guerra ai polizieschi. Tutti successi poiché, come affermava – la musica la deve comporre il film stesso, ossia devono essere le scene del medesimo a dettarla -. Ecco spiegato il perché di quando si ascolta un qualunque motivo di Ennio Morricone si ricorda non solo il film, ma anche la scena di dove quel commento musicale è particolarmente presente.

Ricordo come se fosse ora il mio primo disco acquistato alla Standa a Teramo: il 45 giri di “Per un pugno di dollari”, dal costo di 550 lire, (un patrimonio per quei tempi ad averli in tasca per un ragazzino di 10 anni – di lì a poco andarono a 750 lire) avente i due principali motivi del film: lato “A” il motivo portante “Per un pugno di dollari”, lato “B” l’altro “Titoli”. E di lì poi l’interesse che ho tuttora per la musica filmica: un genere musicale che sembra facile o di minore impegno e che invece comporta il massimo della preparazione per un musicista poiché essa, attraverso i film, o anche in uno stesso film, può essere anche di diversi generi e tempi musicali.

Concludo col dire che con lui se ne va un “gigante” del cinema italiano e non solo, ma che vivrà sempre con le sue musiche nei suoi film ed in modo speciale attraverso quei western del suo amico e compagno Sergio Leone, dietro quel fischio inimitabile di Alessandroni, quelle trombe in primo piano a tempo funereo – anche perché lui era diplomato in tromba al Conservatorio Santa Cecilia di Roma – quelle chitarre al ritmo di cavalli al galoppo o di strimpellature di feste messicane, tintinnii di campanelli, schiocchi di frusta e l’immancabile “coro” – celebre al tempo dei film quello di Nora Orlandi  – e ci continueranno ad accompagnare e ci diranno di lui indelebile!

Mario Ferzetti