TERAMO – Teramo tra decoro e degrado. E’ il leit motiv di queste giornate post lockdown. Assembramenti nelle piazze e in prossimità dei locali commerciali, minori e alcol e l’emergenza coronavirus con le disposizioni di sicurezza sempre presenti.

Si concentrano più problematiche in questa fase, nella quale, se da una parte si è decisa la riapertura per permettere alle attività di riprendere a lavorare, dall’altra, venendo meno le regole, anche quelle del buon senso, l’amministrazione comunale sta pensando se intervenire.

Dopo il blitz di ieri sera a Piazza Sant’ Anna, il Sindaco Gianguido D’Alberto, in una nota, aveva annunciato maggiori controlli negli esercizi di somministrazione di alimenti e di bevande, soprattutto nei supermercati che vendono alcool ai minorenni. Del resto i minori non potevano acquistarne neanche prima del Covid 19.  A tal proposito il Primo cittadino e l’assessore Antonio Filipponi  promettono una stretta: domani invieranno una lettera a tutti gli esercenti, invitandoli a garantire il rispetto delle norme, aumentando i controlli.

L’altro problema sulla movida è relativo anche agli orari: non tutte le attività rispettano le chiusure come da ordinanza del Sindaco.

Anche ieri sera, nel terzo sabato post lockdown, alcune attività, secondo le parole dell’Assessore, sono rimaste aperte fin oltre le tre.  “Se questi bar o locali continuano a rimanere aperti oltre l’una, a rimetterci potrebbero essere tutti, perché gli orari saranno ulteriormente ridotti. Non accettiamo che si continui a somministrare alcool in piena notte. Avevamo fatto un incontro con i titolari delle attività proprio per trovare un accordo sull’orario“.

L’orario delle ore una, molti lo contestano in città, con le stesse Forze dell’Ordine che non riescono a controllare quel che accade. Molti si chiedono se era più opportuno anticipare la chiusura alle ore 22 o alle ore 23, proprio per evitare l’intensa movida.

L’Assessore Filipponi spiega: “Con gli esercenti l’accordo raggiunto era per l’una, proprio per dare respiro ad attività rimaste chiuse per tre mesi. L’una era un orario deciso con tutti, se taluni hanno deciso di non rispettarlo ci rimetteranno tutti“.

Si potrebbe arrivare una riduzione fino alle ore 23:30.

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