TERAMO – Spesso riceviamo la domanda: “Perché non viene dato il resto di un centesimo e vengono fissati i prezzi non a cifra tonda ma ad un centesimo in meno?“.

L’Associazione Robin Hood ha svolto una indagine presso le catene commerciali ed ha rilevato che non tutti eseguono quanto previsto dalla norma in materia di arrotondamenti.

Il problema è presente dall’entrata in vigore del Decreto 50/2017 (manovra bis), attuato dal 1 gennaio 2018 ma il vecchio vezzo, ovviamente, riguarda solo chi paga in contanti. La scelta di non produrre più le monete da 1 o da 2 centesimi è stata di tipo economico: allo Stato coniare  queste monete costava di più del loro valore nominale e di conseguenza bisognava adeguare i prezzi, arrotondandoli per eccesso o per difetto ai 5 centesimi più vicini (0,1 e 0,2 sono arrotondati a zero mentre 0,3 e 0,4 lo sono a 5 centesimi).

L’Associazione Robin Hood ha rilevato lacune in molti esercizi, nonostante siano trascorsi quattro anni dall’arrotondamento, ma non soltanto! La presenza di prezzi al di sotto di un centesimo della cifra tonda (esempio 5,99 anziché 6,00).

Sarà predista apposita segnalazioni all'Autorità garante della concorrenza e del mercato come previsto dal comma 5 ex art. 13 DL  50/2017