TERAMO – Lo avevamo scritto: non ci sono mezze misure per il Teramo Calcio, forse non ce ne sono per la nostra città.
In chiave tecnica la trasferta di Pontedera che avrebbe potuto tramortire i biancorossi qualora le cose fossero andate male, si è trasformata in un’apoteosi, ampliatasi nella giornata di ieri dalle sconfitte concomitanti di tutte le dirette concorrenti alla salvezza, che rimane l’obiettivo principale di questo campionato, da dover assolutamente centrare. Montevarchi, Grosseto, Imolese, Pistoiese, Fermana e Viterbese sono state tutte sconfitte, e non aggiungiamo, per il rispetto che si deve a chiunque, che la stessa Imolese è stata pure penalizzata di due punti che la retrocedono al quart’ultimo posto (17), col Teramo che scala posizioni fino al sest’ultimo! C’è chi ci scrive che “Il calcio è troppo bello per la sua imprevedibilità… davvero troppo bello!“, ed ha ragione: chi l’avrebbe soltanto immaginato?
Come se non bastasse, le vicende societarie che avevano preceduto “il Sabato del Villaggio” biancorosso, non erano state da meno, anzi, con una situazione di normalità operativa ripristinata, in attesa e nella speranza che anche il passaggio delle quote venga normalmente ratificato. Di certo, in città, da qualche giorno, si vive una fase diversa e migliore rispetto a lunedì scorso, quando gli interrogativi erano più d’uno e quando certe sirene erano tornate a proporsi anche belle, pur non essendole… per poi reimmergersi in un battibaleno. Come non apprezzare, a pochissimi giorni da tristi e diverse vicende, l’esodo della nuova proprietà al seguito della loro squadra sofferente? Vederli in viaggio, nella serata di venerdì (Damiano e Massimo Chierchia con Davide e Gianmarco Ciaccia – ndr), non è stato come il dover prendere atto di un’azione da dover assolutamente espletare: noi, ad esempio, l’abbiamo interpretata come una pubblica esternazione di vicinanza verso la città, rappresentata dalla sua squadra. Come dire: guardate che noi volevamo e vogliamo esserci, oggi ancor di più. Chiederemo a Massimo Chierchia se è così.
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