TERAMO – Sono negativi i risultati dei tamponi effettuati nella frazione di Varano alle sette persone che si erano recate presso una signora di origine albanese, risultata positiva al Covid.

La frazione di Teramo ora “respira” ma il clima resta non sereno visto che in questi giorni è regnata la paura; in giro si è vista poca gente, in molti sono rimasti in casa per paura del Coronavirus. Pur tuttavia niente cluster, come si poteva temere: il caso appare isolato.

La donna di 49 anni, sposata con un italiano, aveva contratto il virus di ritorno dall’Albania, dove si era recata per il funerale del fratello. Partita dall’aeroporto di Bergamo si era recata nel paese delle aquile per una visita lampo, rientrando in Italia venerdì 24 luglio, a bordo di un traghetto.

Successivamente le prime avvisaglie di febbre: ora è ricoverata (da sabato scorso) all’ospedale Mazzini di Teramo, nel reparto di malattie infettive con sintomi di una polmonite, ma i medici escludono peggioramenti: la situazione è sotto controllo, dicono. Il Covid è però confermato.

Il timore era per quelle persone che si erano strette attorno alla donna albanese, subito dopo il ritorno a Varano, per le condoglianze del caso: da un primo responso, per costoro, i risultati sono negativi ma gli esiti dovranno essere confermati, per la massima sicurezza.

La situazione adesso è tutto sommato tranquilla” rabbonisce tutti l’ex assessore al Comune di Teramo, Giorgio Di Giovangiacomo, che risiede appunto nella frazione. “Non si sono registrate conseguenze anche perché la donna non frequentava assiduamente il paese. Solo domenica scorsa si è saputo della sua positività ed in giro l’aria s’è fatta più pesante. Ora si respira, visti i risultati dei primi tamponi anche se il bar di Varano ha anticipato di una settimana le ferie. Poteva anche non farlo, si sono sbagliati secondo me”.

Da inizio settimana era iniziato il calvario dei varanesi. In città s’era sparsa la voce, tanto che il meccanico Maurizio Lepore, ironicamente, dichiara che in città, a Teramo, lo guardavano “in un certo modo“. Indaffarato tra cofani aperti e clienti con mascherine, afferma: “La situazione è stata critica, quasi una disgrazia”. Nella frazione, alle cinque di ieri pomeriggio, non v’era traccia di persone che, di solito, stazionano o passeggiano per le viuzze, malgrado si respirasse un’aria fresca con i nuvoloni gonfi all’orizzonte.

Si rimarca l’atteggiamento responsabile del Bar Barman che, nonostante la donna albanese non lo frequentasse, ha voluto lo stesso chiudere l’attività: “Ha fatto una cosa buona” chiarisce Lepore. I proprietari dell’attività commerciale, avevano ribadito su Facebook che “per salvaguardare la nostra salute e quella dei clienti, abbiamo comunque deciso di chiudere. Sottolineiamo che si tratta di una nostra scelta e che la chiusura non ci è stata imposta da nessuna autorità. C’è stato un caso di Covid ma da parte di chi  non frequenta il bar e mai ha avuto contatti con il personale”.

Solo pochi giorni fa, durante la presentazione del Casalena City Center, il direttore generale della Asl Maurizio Di Giosia aveva messo in guardia tutti sulla recrudescenza del virus, intimando di stare molto attenti. Lo stesso Pierluigi Tarquini ammoniva dallo stringere contatti senza protezione con persone dell’Est Europa, che in questo momento è nell’occhio del ciclone, soprattutto rumeni e bulgari – Maurizio Di Biagio