TERAMO – Nato il 29 aprile 1911, Orazio Zecchi quando arrivò a Teramo aveva 28 anni.

Veniva dal Vigevano e nel 1938 aveva disputato in serie B 9 partite e segnato 1 rete. In serie B aveva giocato già nel 1933 (dopo essersi formato nel Milan e nel Venezia) appena ventenne, disputando nel Verona 5 partite e segnando 2 reti. Nella stagione successiva, 1933-34, in Prima Divisione aveva giocato nel Mantova (14 presenze e 3 reti) che aveva capeggiato la classifica per diverse giornate prima di un calo nel girone di ritorno che aveva portato la squadra a centro classifica. Domenica 3 novembre 1934 Zecchi aveva segnato una delle due reti del Mantova nella partita con il Forlimpopoli al 20’ della ripresa e poi domenica 25 novembre 1934 ancora contro il Forlimpopoli aveva segnato al 25’ della ripresa il goal della vittoria del Mantova 2-1. Domenica 19 settembre 1935 nella partita del Mantova contro il Fano aveva segnato la seconda rete di un 2-0 al quale aveva dato l’abbrivio una segnatura di Alfio Cavicchioli. Nella stagione 1936-37 aveva giocato in serie C ancora nel Mantova, che l’allenatore Aristide Viale aveva portato al 7° posto. Domenica 31 gennaio 1937 aveva segnato la prima delle due reti con cui il Mantova aveva battuto il Vicenza al 23’ del primo tempo e domenica 18 aprile 1937 la terza rete con la quale il Mantova aveva consolidato la vittoria 3-1 con La Fortitudo Trieste.

Insomma, Orazio Zecchi era un giocatore esperto e assai apprezzato, in grado indifferentemente nei ruoli di mezzala e di mediano. L’allenatore Giobatta Rebuffo lo schierò fin dalla prima giornata di campionato, Serie C girone G, domenica 24 settembre 1939, fuori casa a Civitavecchia e fu 0-0, un risultato determinato dal pessimo arbitro Risotti, che al 25 del primo tempo espulse troppo affrettatamente il locale Altieri e poi annullò, altrettanto troppo affrettatamente, una rete del teramano Lanciaprima per fuorigioco di Pietrangeli che forse non c’era. Zecchi, schierato con il numero 9 sulla schiana, giocò alla grande, ma nella terza giornata (nella seconda il Teramo riposò), Rebuffo gli affidò la maglia con il numero 4 con compiti quindi di mediano destro. La squadra meritò la vittoria casalinga 2-0 con la squadra romana dell’Alba. Zecchi fu ancora numero 4 alla quarta giornata a Pescara, dove il Teramo vinse 1-0, ma in casa contro il Savoia, la domenica successiva, tornò a fare la mezzala, sulla fascia destra e fu una nuova vittoria 1-0. All’Aquila domenica 29 ottobre 1939, Zecchi fu espulso, così, squalificato, saltò la partita del 2-2 contro il Dinasimaz Popoli.

Domenica 26 dicembre 1939, fermo il campionato per la partita della nazionale (Germania-Italia 5-2 a Belrino), Zecchi indosso la maglia numero 6 nell’amichevole con l’Ascoli (5-1) e alla ripresa del campionato, domenica 2 dicembre, nona di andata, riprese la maglia numero 4. In un calcio dove i numeri delle maglie corrispondevano esattamente ai ruoli assegnati dall’allenatore, Orazio mostrò di sapersi adattare, come aveva sempre fatto nella sua carriera, ai diversi compiti di mediano e di mezzala, dimostrandosi tecnico, ma anche grintoso, difficile da superare, in grano di impostare azioni di attacco a beneficio del centravanti. E i goal?

Segnò la sua prima rete in maglia biancorossa alla 10° di andata, a Giulianova, e fu quella con la quale il Teramo iniziò la rimonta sui giuliesi che erano in vantaggio 2-0. Arrivò al 32’ della ripresa e sei minuti dopo Lanciaprima diede ai suoi il 2-2. Eppure quel giorno Zecchi aveva il numero 4 sulla schiena e giocò da mediano. Domenica 21 gennaio 1940, alla 15a di andata, in casa contro il Sora, superato 1-0, fu di Zecchi la rete che sbloccò il risultato mandando i teramani in vantaggio. La segnò che mancavano 3’ alla fine del primo tempo e segnò come allora segnavano le mezzali, fingendo un passaggio al centravanti e tirando direttamente in porta. Il portiere del Sora, Francalancia, rimase sorpreso e venne superato. Nella ripresa arrivò il raddoppio su rete di Lanciaprima e poi a 3’ dal termine accorciò le distanze Senese. Con la vittoria nella 1a di ritorno, un rotondo 6-0 sul Civitavecchia, il Teramo guadagnò il primo posto in classifica, appaiandosi al Supertessile Rieti, ma Zecchi, indisposto, non giocò, sostituito da Foglia. Non giocò la domenica del famoso 4-4 casalingo con il Pescara, quando gli adriatici rimontarono negli ultimi minuti dell’incontro il loro passivo 2-4 e si videro i tifosi teramani il lacrime si bordi del campo, attaccati alla rete.

Zecchi giocò in quella sua unica stagione nel Teramo 14 partite e segnò dure reti. Non giocò nelle ultime partite di campionato e la sua ultima partita nel Teramo, giocata domenica 24 marzo 1940 in casa contro il Terranova-Olbia superato 1-0 con un goal di Creziato, lo vide giostrare all’ala sinistra con il numero 11 sulla schiena. Poi alcuni infortuni e le diverse scelte tattiche dell’allenatore non gli consentirono di congedarsi sul campo dai tifosi teramani. I vecchi tifosi del Teramo che lo avevano visto giocare e con cui parlai preparando il mio primo volume del calcio teramano me ne parlavano come di un giocatore esperto e assai serio. Dino Lanciaprima lo chiamava “il mantovano” e mi diceva che quando giovava sulla sua stessa fascia, poche volte, sapeva di avere un valido collaboratore dal quale c’era sempre da aspettarsi passaggi illuminanti. Si rammaricava che l’allenatore non lo avesse fatto giocare più da mezzala che da mediano e si diceva sicuro che, se lo avesse fatto, Zecchi avrebbe segnato di più. Ma Dino concludeva: “Però in attacche eravame già tutte quinde ccuscì furte!”.