GIULIANOVA – “Storia istituzionale di Giulianova. Dall’antico regime alla prima repubblica” è il titolo del libro dello storico giuliese, presidente emerito dell’ Archivio di Stato di Teramo, Ottavio Di Stanislao, che sarà presentato sabato prossimo, 6 aprile alle ore 17, a palazzo Kursaal. Il volume è edito dalla casa editrice teramana Ricerche&Redazioni, realizzato in collaborazione con l’Archivio di Stato di Teramo, con il Patrocinio della Città di Giulianova. Il dibattito, presente l’autore, sarà introdotto e moderato da Sirio Maria Pomante, direttore della Biblioteca e dei Musei Civici.

Il programma:

Saluti istituzionali

Jwan Costantini, Sindaco Città di Giulianova
Fabrizio Stelo, Prefetto di Teramo
Matteo Francioni, Presidente Consiglio Comunale
Umberto D’Annuntiis, Consigliere Regione Abruzzo
Valentina Carola, Direttrice Archivio di Stato Teramo
Fabrizio Marinelli, Presidente Deputazione Abruzzese Storia Patria

Interventi

Federico Roggero, Sapienza Università di Roma
Sandro Galantini, Istituto Abruzzese Ricerche Storiche

Ottavio Di Stanislao ci consegna “un’opera importante per Giulianova e per tutto il territorio che fa capo alla provincia di Teramo – scrive Valentina Carola, direttrice dell’Archivio di Stato di Teramo, nel suo Saluto –: quattro secoli di storia dell’amministrazione di una delle maggiori città del nord dell’Abruzzo. Il lavoro del dottor Di Stanislao va a colmare un vuoto storico e narrativo di notevole importanza; frutto di anni di studi e ricerche nei principali luoghi di conservazione del sapere della nostra provincia, è una ricostruzione accurata e puntuale della storia istituzionale della città rifondata da Giulio Antonio Acquaviva con la suggestione rinascimentale della città ideale, dall’Antico Regime agli anni ’90 del XX secolo. Un’opera preziosa che ricostruisce il  funzionamento della macchina amministrativa con dovizia di dati e particolari…”.

“… Ogni tassello aggiunto, nella ricomposizione delle vicende che hanno segnato il profilo di Giulianova – aggiungono il sindaco di Giulianova, Jwan Costantini, e il presidente del Consiglio comunale, Matteo Francioni nel loro saluto – risulta naturalmente prezioso. In questo caso, però, è evidente che il valore testimoniale del testo trovi ulteriore incremento nella sistematicità del metodo adottato per il reperimento dei contenuti e la selezione delle fonti. Nella Storia istituzionale di Giulianova viene data al lettore la possibilità di accedere a un tesoro di nozioni storiche inedite, di approfondimenti e dettagli che arrivano a implementare indiscutibilmente il corpus delle conoscenze documentali afferenti alla nostra città. Le istituzioni civiche, al di là delle inevitabili implicazioni tecnico-burocratiche, custodiscono storie familiari, raccontano di un passato amministrativo che è spina dorsale dell’identità cittadina. Conoscerne la storia significa comprendere appieno la sua fisionomia, certi di possedere gli strumenti per leggere consapevolmente tante alterne vicende, nel succedersi di stagioni a volte esaltanti, a volte critiche.»

“… Una storia locale, certo, – fa eco Federico Roggero, docente alla Sapienza Università di Roma, nella sua prefazione – indagata però ed esposta con criterio non localistico, ma scientifico, e nella quale si fondono i profili amministrativi, politici, economici: quelli che l’Autore, Ottavio Di Stanislao, direttore emerito dell’Archivio di Stato di Teramo, ha voluto racchiudere nell’aggettivo ‘istituzionale’ con cui ha qualificato questa imponente ‘Storia di Giulianova’. (…) Il volume, fitto com’è, tra l’altro, di nomi, è dunque anche una storia di famiglie, e il lettore potrà sbizzarrirsi a trovare riferimenti a cognomi noti, verificandone la collaborazione con l’occupatore francese durante il Decennio, la adesione al Fascismo, l’assunzione di cariche pubbliche, la candidatura ad elezioni amministrative e politiche nell’età repubblicana, ecc. Il libro di Ottavio Di Stanislao costituisce dunque una ricca miniera di notizie per la storia di Giulianova, e certo diventerà un riferimento imprescindibile per quanti (auspicabilmente molti) vorranno cimentarsi, in futuro, nella ricostruzione della storia del territorio teramano, guardandola però – come ha fatto lui – dal lato delle fonti”.