Il Deputato di Italia Viva Camillo D’Alessandro interviene sulla nuova Giunta di Teramo con una pubblica domanda rivolta al Sindaco D’Alberto. “Visto che il sindaco ha definito la nuova Giunta come addirittura un esempio unico da laboratorio nazionale, vorrei chiedergli pubblicamente: alla conclusione del mandato lui si ricandiderà ? Basta un si o un no. Senza giri di parole“.
Perchè non vorrei che Teramo sia stata utilizzata per spartizioni politiche future visto che il mandato del sindaco si conclude un anno prima delle regionali. Insomma si farà giudicare dopo il laboratorio politico ? Darà continuità in prima persona?“.
Si o no davanti a i teramani oggi che hanno diritto di sapere e giudicare domande. D’Alberto è persona seria, risponda. Del resto sarebbe singolare che il Sindaco non rispondesse con chiarezza, chi compie una operazione del genere come minimo si fa giudicare a conclusione del mandato“.
Neanche il Sindaco di Teramo riuscirà a farci litigare con il PD, quanto accaduto è un indizio, ma più indizi faranno una prova. Se il PD vuole essere guida, cosa assolutamente legittima, deve farsi carico di tutto, altrimenti non sei guida. Il PD derubricando la questione Teramo a vicenda locale, fa torto al Sindaco che l’ha definita laboratorio nazionale. È questione locale o laboratorio nazionale?“.
Con il PD siamo accomunati dallo stesso impegno per mandare a casa il malgoverno regionale. Per esempio sarebbe utile ricordare gli imponenti finanziamenti arrivati dalla Giunta regionale precedente, mai prima di allora , nenache quando Di Dalmazio era assessore . Mai valorizzati da D’Alberto“.
Dalla risposta del sindaco dipenderanno molte nostre riflessioni, anche perché mentre ci cacciano in un capoluogo contemporaneamente ci chiedono di allearci in un altro, a Chieti. Io lavoro per l’unità ma è quanto meno paradossale. E se vinciamo poi che succede, un altro laboratorio?“.
Il sindaco ha avuto modo di definire la sua operazione come caso unico in Italia. Si chiede perché? Purtroppo è solo, vecchia politica, quando i sindaci non venivano eletti dai cittadini si costituivano maggioranze variabili in consiglio comunale, ma D’Alberto lo hanno scelto i teramani direttamente, e lì che ha rotto il patto istituzionale e politico. Rifletta”.