PESCARA – “Questo tipo di sepsi meningitica, perché è stata una invasione di tutti i tessuti e non solo delle meningi, è una malattia rarissima e questo è giusto dirlo, perché è stata determinata dal fatto che alcune, poche persone, suscettibili, all’ingresso del batterio, attraverso le tonsille nel sangue, quando incontrano questi ceppi di batterio, specie, se particolarmente virulenti, possono avere manifestazioni gravissime come quella che questo povero ragazzo ha avuto nella giornata di sabato. Ma la malattia rimane rarissima perché
nonostante che magari, parecchie persone nella collettività portino questo germe, coloro che sviluppano la malattia sono per fortuna solo una piccola frazione. Quelli geneticamente meno difesi”.
Lo ha detto Giustino Parruti, primario del reparto Infettivi dell’ospedale civile di Pescara dove è deceduto all’alba di ieri, per una meningite fulminante, un 21enne di Città Sant’Angelo (Pescara). “Lo diciamo con tutta la coscienza della tristezza che è stata praticamente una tragica fatalità perché noi eravamo pronti alla possibilità che arrivassero nella nostra città i ceppi che hanno circolato di recente in Toscana,
Campania, e poi Sardegna, e quindi avevamo pronto un protocollo particolarmente efficace che nonostante la sua tempestività, in questo caso non ha funzionato perché è stata una vera fatalità”.
Sulla paura che stanno provando in queste ore le persone che erano state in contatto con il ventunenne negli ultimi giorni, il primario di Infettivi del “Santo Spirito” ha aggiunto: “La preoccupazione è lecita perché è una preoccupazione per cui si ha una risposta certa. Se noi pratichiamo una singola dose di una delle due molecole farmacologiche che abbiamo a disposizione dei due antibiotici efficaci, abbiamo una riduzione prossima al 100% del rischio che se una persona sia esposta, possa sviluppare la malattia. Quindi fondamentalmente chi ha avuto un contatto diretto con questo ragazzo nella settimana che ha preceduto questo evento, se fa una monodose, su indicazione medica di questi farmaci, sicuramente non si espone a rischi aggiuntivi”. (ANSA).