TERAMO – Giovedì, presso l’Auditorium dell’Istituto di Istruzione Superiore “Alessandrini-Marino” di Teramo, si è tenuto il primo di tre seminari informativi del Progetto “La tua vita non è in gioco”, proposto dall’Associazione RESALIO e sostenuto dalla Fondazione Tercas, seminario al quale hanno partecipato le classi 2C, 2D e 2E dell’Istituto.
Nel corso dell’intervento, la psicologa dell’Associazione RESALIO, Dott.ssa Arianna Cupelli, ha affermato che nel 2019 gli Abruzzesi hanno giocato quasi 2 miliardi di euro: un dato allarmante che ha attivato l’Associazione proponendo un progetto finalizzato alla prevenzione del disturbo da gioco d’azzardo patologico rivolto anche ai più giovani, visto che proprio tra i più giovani il 49% degli studenti italiani tra i 14 e i 19 anni ha giocato d’azzardo almeno una volta nell’anno 2015-2016.
L’idea del seminario rivolto ai giovani studenti ha come obiettivo di informarli sul concetto di dipendenza comportamentale, su quelle che sono le nuove dipendenze, tra le quali troviamo appunto la dipendenza da gioco d’azzardo patologico e la dipendenza da Internet e videogiochi.
Il gioco d’azzardo è stato annoverato dal DSM-V nelle forme di dipendenza come disturbo non correlato a sostanza. Il gioco d’azzardo condivide con le altre forme di dipendenza le caratteristiche peculiari quali: CRAVING: intenso e persistente desiderio di giocare ed impossibilità di resistervi, ASTINENZA: insorgenza di sintomi quali irrequietezza, ansia, disforia, disturbi del sonno quando si è impossibilitati a giocare, TOLLERANZA: necessità di giocare somme di denaro sempre più grandi e con maggiore frequenza per riprodurre il medesimo stato di euforia e gratificazione.
È possibile riconoscere il giocatore patologico – ha continuato Arianna Cupelli – attraverso alcune caratteristiche comportamentali specifiche come, pensieri persistenti inerenti al gioco, tentativi di riparazione delle perdite, menzogna, compromissione dei rapporti personali, lavorativi/scolastici e sociali, tentativi di modulare i vissuti di disagio, richieste di prestiti economici. Ed è possibile tracciare alcuni tratti di personalità peculiari come impulsività, sensation seeking (ricerca di esperienze emotivamente forti) e novelty seeking (propensione a mettere in atto comportamenti rischiosi)”.
Nel 1993 il Dipartimento di Salute Mentale dell’OMS ha individuato nelle Life Skills lo strumento privilegiato per la promozione della salute. Quali possono essere le Life Skills? Le ha illustrate la Dott.ssa Cupelli. Della dipendenza da Internet, gaming e social network e di questa tipologia di dipendenza ne ha parlato la psicologa, Dott.ssa Francesca Di Bernardo. “Scegliamo di occuparci anche di questa forma di dipendenza – ha affermato la Dott.ssa Di Bernardo – visto che secondo i dati ISTAT 300mila giovani tra i 12 e i 25 anni soffrono di questa tipologia di addiction”. Le caratteristiche di questa forma di dipendenza sono: la necessità di passare sempre più tempo collegati ad Internet, irritabilità e instabilità emotiva quando l’uso viene limitato, perdita di interesse sia nelle relazioni significative sia nello svolgere attività prima ritenute piacevoli. Un uso prolungato di strumenti tecnologici può avere conseguenze cognitive, relazionali, psicologiche e fisiche. In particolare due sono le dipendenze con accesso ad Internet maggiormente frequenti tra
i più giovani: social network e giochi. “Tuttavia – ha aggiunto la Dott.ssa Di Bernardo – per quanto riguarda i giochi, se usati in maniera corretta possono essere un ottimo aiuto per sviluppare e rafforzare determinate abilità, tra cui la creatività”. In definitiva, la soluzione a questa problematica, non è eliminare l’uso degli strumenti digitali, ma promuoverne un uso consapevole affinché possano trasformarsi in validi supporti di socializzazione e di apprendimento“.
Ha concluso la prima giornata di seminari, Pasqualino Ponziani, Presidente dell’Associazione RESALIO, che ha vinto la sua battaglia contro la dipendenza ed oggi è attivo nel sociale attraverso l’Associazione. Ha raccontato la sua storia ai ragazzi per dare loro una fotografia di vita reale, una concreta prova di quanto possa essere pericoloso il gioco d’azzardo e di quanto sia importante prevenire e cogliere i primi segnali. I ragazzi sono stati partecipativi e molto interessati, la storia di Ponziani li ha coinvolti suscitando curiosità e qualche domanda.
Il Progetto proseguirà con gli altri due seminari, che si terranno il 9 e il 16 dicembre p.v. e che coinvolgeranno gli studenti delle restanti classi seconde dell’Istituto.