Domenica 4 agosto il Comitato di Difesa Ambiente Santa Lucia e l’Osservatorio Atriano Le Terre del Cerrano, in collaborazione con Italia Nostra di Atri, WWF Teramo, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, Slow Food Val Vibrata – Giulianova, Mercato Itinerante della Terra, Oasi WWF dei Calanchi di Atri, Itaca, CIA, Coop.Agri (UIMEC) e Coldiretti, hanno organizzato la manifestazione popolare “Noi non siamo spazzatura” per dire no all’ennesimo ampliamento della discarica Santa Lucia di Atri. L’appoggio all’iniziativa è arrivato anche dall’Amministrazione Comunale di Atri. L’appuntamento è fissato alle ore 17 di domenica davanti alla Villa Comunale di Atri. Da qui partirà un corteo che attraverserà le vie cittadine per concludersi in piazza Duchi d’Acquaviva. Le motivazioni dell’opposizione alla creazione di un terzo invaso destinato ad accogliere altri 300.000 metri cubi di rifiuti sono da ricercare nelle continue promesse, mai rispettate, di recupero di un territorio che ha pagato un prezzo altissimo in termini ambientali e sanitari. La storia della discarica Santa Lucia è iniziata molti anni fa e l’impianto è già stato ampliato arrivando ad ospitare molti più rifiuti di quanti previsti in origine. Più volte sotto osservazione da parte della magistratura (attualmente è in corso un’inchiesta giudiziaria), in passato la discarica è stata anche posta sotto sequestro. La proposta di questo terzo nuovo ampliamento risale a oltre dieci anni fa, passando per conferenze di servizi, varie versioni del piano regionale dei rifiuti, pronunciamenti del consiglio regionale, prese di posizione dell’amministrazione comunale. Nel frattempo il territorio interessato continua a subire gli effetti dell’inquinamento del vecchio invaso ancora non bonificato. In questo stesso territorio l’Amministrazione comunale, la Regione, il Ministero dell’Ambiente e l’Unione Europea hanno fatto scelte diverse puntando sulla tutela ambientale e la valorizzazione territoriale attraverso la creazione di una riserva naturale regionale, l’Oasi WWF dei Calanchi di Atri, e di un sito di interesse comunitario ricompreso nella Rete Natura 2000 attraverso la quale la Commissione Europea tutela la biodiversità del nostro continente. Tutto ciò sta portando ad una crescita delle attività turistiche sostenibili e allo sviluppo di un’agricoltura di qualità. Di fronte a tutto questo, il Consorzio Piomba-Fino continua ad inseguire un vecchio progetto che viene puntualmente ripresentato. Si vorrebbe dare il via libera ad un ampliamento da 300.000 metri cubi quando nel settembre del 2018 sia il Comune di Atri che la ASL di Teramo si dichiararono contrari all’incremento di soli 12.000 metri cubi di rifiuti. In particolare la ASL evidenziò come l’invaso “…non fornisce, sulla base dello stato attuale del sito, condizioni sufficienti per ciò che riguardano gli aspetti ambientali, igienico sanitari e di sicurezza…”. Per quale motivo oggi si vuole procedere ad un ampliamento 30 volte maggiore? “È giunto il momento che chi è chiamato a decidere rimuova definitivamente questa spada di Damocle che da decenni pende sulla testa degli atriani”, dichiarano le organizzazioni promotrici. “Dobbiamo gridare a gran voce la nostra contrarietà ad ogni ampliamento e chiedere la bonifica della discarica esistente. Dobbiamo farci ascoltare e per questo è importante non mancare alla manifestazione del prossimo 4 agosto. Sarà una manifestazione pacifica e rispettosa, ma anche ferma e determinata!”.