MONTESILVANO – «“L’immediato ritiro di un manifesto rispettoso della dignità femminile”. Leggendo la lettera ricevuta oggi, sorrido di fronte alla superficialità con cui qualcuno ha apposto la sua firma su un documento di cui evidentemente non conosce nemmeno il contenuto». Lo dice il sindaco che aggiunge: «Le consigliere di Parità della Regione Alessandra Genco, la presidente della Commissione Gemma Andreini e la consigliera di Parità provinciale Danielle Mastrangelo parlano di manifesti da ritirare. Manifesti che tuttavia non esistono. Così come parlano di messaggi “Rispettosi della dignità della donna”. Mi domando quindi se prima di inviare la loro missiva hanno fatto un giro per le strade della città. Poiché loro stesse ci insegnano che le parole sono importanti, dato che si appigliano ad un unico termine, additandolo come discriminatorio, non valutandone l’accezione più ampia e soprattutto il contesto del messaggio a cui esso è connesso, voglio sottolineare che la parola manifesto significa letteralmente “foglio di carta esposto in pubblico”. Ci dicano dove le tre rappresentanti hanno visto anche un solo manifesto denigrante o discriminatorio, dal momento che a Montesilvano, le affissioni legate alla campagna anti prostituzione riportano il messaggio “Dai valore alla tua famiglia, vita, salute, e dignità”, come si può tranquillamente constatare con le foto che allego».

«Scopo di questa campagna – dice ancora il sindaco – era sicuramente accendere i riflettori su un problema su cui tutti, troppo spesso, siamo abituati a voltare la testa dall’altra parte e soprattutto rivolgere un messaggio direttamente ai cosiddetti “clienti”: “non essere complice dello sfruttamento della prostituzione, anche minorile”. Come mai la Andreini, la Genco e la Mastrangelo non puntano la loro attenzione su questa parte di messaggio? Papa Francesco ha detto che “chi va a prostitute è un criminale che tortura le donne” e che questo problema si può combattere solo con “il taglio della domanda per prosciugare il mercato”. Ecco, questa amministrazione condivide al 100 per cento queste parole ed è per tale ragione che abbiamo voluto rivolgere un messaggio diretto e inequivocabile proprio ai “clienti”. La campagna mediatica, tra l’altro, è solo un punto di un articolato progetto che la nostra amministrazione ha ideato per contrastare questa triste e aberrante schiavitù. Nel percorso intrapreso sto potenziando il sistema di videosorveglianza nelle zone più a rischio; sto predisponendo dei tabelloni luminosi che, in strada, ricordano la vigenza dell’ordinanza anti prostituzione; ho istituito un numero telefonico diretto (085 4481.650) per i cittadini che vogliono segnalare episodi di sfruttamento delle donne, in strada o in appartamento. E proprio ieri abbiamo potuto dar notizia dei primi, sicuramente parziali, risultati: i “clienti” cominciano a scarseggiare. La pattuglia del Nap, Nucleo anti prostituzione, creato appositamente, non hanno trovato persone a comprare sesso in strada. Vuol dire che le azioni che abbiamo messo in campo iniziano a colpire nel segno. Certo, non è una vittoria, è solo un primo, piccolo passo. Sono certo che se mettessimo insieme le forze per estirpare questo orrore dalle nostre strade e dagli appartamenti troppe volte affittati a personaggi legati alla criminalità, invece che impuntarci su polemiche che spostano soltanto l’attenzione dal fulcro del problema, riusciremo ad avere risultati eccezionali e, oltre a salvare le ragazze dalla strada, potremo anche garantire quella sicurezza e quel decoro che i cittadini ci chiedono. Mi sarei aspettato invece una lettera di solidarietà – conclude il sindaco -, una proposta costruttiva da pianificare insieme all’amministrazione di Montesilvano, una visione comune da condividere su un problema che tocca la dignità delle donne. Peccato! Un’occasione mancata».