TERAMO – Purtroppo non c’è stato niente da fare per lei, né per i suoi cuccioli. Il corpo straziato di questa povera simil pastore abruzzese era stato trovato da una persona che aveva sentito i suoi lamenti, tra Sant’Omero e Nereto in provincia di Teramo. La cagnolona era stata brutalmente bastonata e buttata nel torrente Vibrata, aveva gravi lesioni al cranio inferte con il chiaro scopo di ucciderla. Nonostante i soccorsi e il trasporto presso l’Università veterinaria di Teramo, non è stato possibile salvarle la vita. In tutto questo, i 6 cuccioli che portava in grembo erano già morti probabilmente per i traumi subiti.

“La ferocia dimostrata da questa persona nei confronti di questa povera creatura è veramente spaventosa e preoccupante. Qual è stata la colpa di questo cane per ricevere una morte così orribile? Il fatto di essere incinta?”, si chiede la Presidente di LNDC Animal Protection, Piera Rosati. “Come si può arrivare a tanto? Quale essere mostruoso prende a bastonate la propria cagnolona uccidendo lei e i cuccioli che porta in grembo? Non esiste alcun tipo di scusante o di giustificazione per una cosa del genere”.

LNDC Animal Protection sporge denuncia nella speranza che qualcuno si faccia avanti e offra delle informazioni utili per risalire allo spietato aguzzino, per ora ancora ignoto. Chiunque possa dare un contributo alle indagini può scrivere ad avvocato@legadelcane.org in modo da avere più elementi e cercare di dare un nome e un volto all’autore di questa barbarie.

“Trovare chi è stato è fondamentale perché questa persona potrebbe avere altri cani o altri animali che rischiano di fare la stessa fine, data la pericolosità del soggetto. Se il vostro vicino o un vostro conoscente aveva un pastore abruzzese incinta che è improvvisamente sparita, se avete notato movimenti sospetti o avete assistito a qualcosa che sia riconducibile a questo gravissimo episodio vi preghiamo col cuore di farcelo sapere perché non dobbiamo lasciare nulla di intentato. Vogliamo giustizia per questa povera ennesima vittima e assicurarci che questa persona non commetta ancora atrocità di questo tipo”, conclude Rosati.