Il giudice Giuseppe Ayala, collega e amico di Falcone e Borsellino, che sostenne l’accusa al maxi processo di Palermo, che ha raccontato la sua amicizia con i due magistrati simbolo della lotta alla mafia a l’aquila; il magistrato super blindato simbolo della lotta alla camorra, Catello Maresca, che ha lottato e vinto contro i clan camorristi di “gomorra” che ha entusiasmato i giovani aquilani. E ieri a Pescara l’autista di Giovanni Falcone , Giuseppe Costanza, sopravvissuto alla strage di Capaci con un toccante incontro che ha commosso i giovani presenti.

Tre incontri uno più bello di un altro proposti dal Premio Borsellino per ricordare  la  “Giornata della Memoria in ricordo delle vittime delle mafie”, che dal marzo 2017 – con voto unanime del parlamento – è stata approvato con una legge che la istituisce per assicurare la stessa dignità alla memoria di tutte le vittime e ricordarle indistintamente in un grande abbraccio, costruire una memoria comune partendo dalle persone, dai loro nomi e cognomi, dalle storie delle vittime delle stragi, del terrorismo e del dovere, da chi ha combattuto le mafie a viso scoperto e non si è fatto intimidire dalle minacce e dai ricatti.  Perché tra  le vittime non ci sono solo persone che tutti ricordano come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ma, soprattutto, più di 1000 persone comuni, poliziotti, carabinieri, giornalisti, imprenditori, sacerdoti.