TERAMO – “Purtroppo ogni volta che accade vorremmo non riaccadesse mai più. Tuttavia in Abruzzo, e non solo, siamo costretti a constatare con crescente frequenza, aggressioni subite dagli agenti di Polizia Penitenziaria. Negli ultimi tempi segnaliamo i 5 baschi blu di Sulmona (due hanno dovuto ricorrere a cure maxillofacciali) e l’Assistente di Polizia Penitenziaria quasi strangolato a Teramo per via di un detenuto che vedendosi negare una telefonata, che non gli spettava, ha pensato bene di aggredire il malcapitato servitore dello Stato mettendogli le mani al collo e colpendolo diverse volte (a tal proposito solo grazie alla tempestiva reazione del collega aggredito e ad altri agenti accorsi per fermare l’aggressore l’intento criminale non ha avuto esiti più gravi)”. La nota è del sindacato di Polizia Penitenziaria UIL PA. “Ci si chiede – afferma il segretario generale di Teramo, Marco Graziano – cosa sarebbe successo se l’aggressione fosse capitata in un orario dove il collega fosse rimasto da solo a vigilare contemporaneamente due sezioni?”.
“Passano gli anni, si susseguono i governi in questo Paese, ma il tema carcere non desta alcuna attenzione da parte dei nostri governanti, di qualsiasi collocazione politica essi siano, salvo poi svegliarsi dal lungo torpore ed accorgersi della drammatica situazione in cui versa la Polizia Penitenziaria e il pianeta carcere promettendo in campagna elettorale soluzioni o interventi che migliorerebbero la situazione ma che spesso per non dire quasi sempre rimangono sempre promesse politiche che restano tali e fini a se stesse – evidenzia Graziano -. Anche i vertici dell’Amministrazione penitenziaria regionale e nazionale non degnano la necessaria attenzione alla periferia, come nel caso dell’istituto teramano dove quasi quotidianamente vengono assegnati detenuti con problemi psichici, che risultano difficili da gestire e che aumentano la tensione con la restante popolazione detenuta; il carcere è diventato un cassetto dove riporre i problemi che non vogliamo vedere ed affrontare. Per questo motivo riteniamo sia utile dotare il Corpo di Polizia Penitenziaria della pistola teaser”.
Intervengono sulla questione il Segretario Generale Abruzzo Ruggero Di Giovanni ed il vice Segretario Generale Abruzzo Mauro Nardella i quali evidenziano il fatto che “questo strumento, classificato come arma non letale, in situazioni di aggressione o per bloccare un facinoroso, permetterebbe agli operatori di non venire a contatto con lo stesso evitando i rischi che ne scaturirebbero in caso contrario e contribuendo, così, ad una riduzione degli attacchi e dei conseguenti infortuni. Alle continue aggressioni perpetrate a danno dei poliziotti penitenziari (1700 annue a livello nazionale rispetto alle 350 del periodo pre-pandemico) bisogna che si metta un argine. A Teramo sono decine dall’inizio dell’anno i casi che hanno visto diversi colleghi ricorrere alle cure dei sanitari a seguito dei malmenamenti ricevuti. È tempo ora di dire basta”.
“La UIL PA sta chiedendo da tempo l’utilizzo del taeser e lo sta facendo forte anche di un’interrogazione fatta dall’onorevole Pillon all’allora ministra Cartabia. La stessa ministra non si era detta contraria – precisano i sindacalisti – seppur abbia dato il suo assenso circoscrivendo il suo eventuale utilizzo solo in occasione di eventi critici quali appunto anche le aggressioni nei confronti degli agenti. Anche la UIL ritiene che le armi in carcere non debbano entrare se non nei casi di necessità. D’altronde la ratio dell’ordinamento penitenziario a questo conduce visto che l’arma in una sezione detentiva rappresenta un pericolo per tutti. Il Taeser, al pari dei manganelli e degli scudi, dovrebbe in sostanza essere equiparata ad arma di reparto e, di conseguenza, previo assenso del direttore, poter essere utilizzata, così come affermato dalla legge e così come riferito dalla Cartabia, solo in occasione di eventi gravi. Ovviamente il ricorso a questo arma non potrà prescindere da corsi di formazione fatti ad hoc. Corsi da riservare a personale di polizia penitenziaria di indiscussa affidabilità”.