TERAMO – Una lenta agonia calcistica dal futuro da tutto o poco, o poco più di niente.

Nel mezzo, giocoforza, il civile antagonismo tra il vecchio ed il possibile nuovo: ai primi, responsabili dell’attuale situazione pur con tutte le attenuanti generiche, agli altri, dei quali apprezziamo la buona volontà; molto meno altro. Intanto il Teramo Calcio resta appeso tra le loro aspettative, al cospetto di una città che vale il professionismo e che si divide tra ottimisti e pessimisti, con il futuro che rimane invece appeso al solo giudizio terzo, quello che il 25 agosto ’22 ne segnerà l’epilogo.

La vecchia proprietà – Coerenza: questa le va riconosciuta, senza dimenticare come si siano evolute le situazioni per le quali restano tutti “protagonisti” assoluti. E’ ovvio che tra colpevolisti ed innocentisti la città sia divisa, ma in quest’ultima fase pare che il numero di coloro che prevedano, e forse auspichino, un futuro anche in D con il Teramo Calcio S.r.l., sia lievitato. La posizione non chiarissima di Giuseppe Spinelli è proprio legata al domani: c’è chi asserisce che lo garantirebbe soltanto in C, da proprietario e da presidente. Per adesso è comunque giusto sapere che se siamo qui ad ipotizzare ed ancora a sperare, il merito è soprattutto suo, ad iniziare da un’operazione risalente al 22 giugno.

SSD Città di Teramo – Apprezzabile il voler fare, meno soprattutto un’uscita fuori luogo, seppur indiretta e rivolta ai predecessori in un comunicato stampa: cattiva fede? No. Inesperienza ed improvvisazione. Ma c’è dell’altro; dal presentarsi in un’assemblea costituente con una collega in presenza (poi andata via), alle scelte già operate e non assolutamente impellenti, di un direttore sportivo e di un allenatore, rispettabilissimi, senza considerare l’aver preannunciato, almeno ad ekuonews, un raduno di “…buona parte della squadra” nella corrente settimana. Sono tutti elementi che la dicono lunga sul voler fare, forse strafare, sbagliando. Forse non è casuale che sullo stesso progetto presentato alla commissione preposta, questa abbia preso tempo: tanto, secondo noi.

Pensierino finale d’epoca, alla Francesco Marcozzi: “Che cià success a noi…“.