TERAMO – Proviamo a ricostruire le fasi ultime.

Il Teramo Calcio, in data 20 giugno, presenta la richiesta di rateazione dell’Iva accompagnata dal pagamento di un paio di scadenze e, solo in data successiva (pare ieri – ndr -), riceve l’ok dell’Agenzia delle Entrate. In pratica il problema è superato ma non lo era alla data di scadenza e qui sorge un legittimo interrogativo: ma siamo certi che necessiti l’autorizzazione al 22 giugno o che non sia sufficiente l’aver avanzato la sola richiesta (sottolineiamo con acconto versato)? Se ne discuterà difficilmente in Federazione, ma siamo certi che lo si farà al Tar.

A questo punto gli scenari possibili per ripensare un Teramo in Lega Pro, sono solo due.

  1. Gli Organi Federali non faranno loro la sentenza del Tar sull’indice di liquidità e respingeranno il ricorso, ma il Tribunale Amministrativo del Lazio, in analogia a quanto già deciso per altra fattispecie, potrebbe comunque riammettere i biancorossi.
  2. Tale eventualità diverrebbe più credibile se all’ultimo grado di giudizio arrivasse una società decisamente più solida e con l’indice di liquidità anche riassestato o pronto ad esserlo. Come? Basterebbe che nella giornata di domani, giovedì 7 luglio, il Tribunale di Roma liberasse il 60% delle quote del club, dalle quali poter attingere anche per il rispetto del famoso parametro dello 0,7. E il Teramo potrebbe anche calare il jolly Giuseppe Spinelli per la continuità, da neo socio o da eletto Presidente. Non si dimentichi neppure che la società teramana vanta anche un credito importante derivante dalla cessione di Diakité alla Ternana (di qualche centinaio di migliaia di euro… – ndr-).

Così andasse, sarebbe logico e giusto escludere i biancorossi dal prossimo torneo di Lega Pro, senza concedere una sola attenuante?