TERAMO – Che il futuro del Teramo conti molto di più di ogni cosa è un fatto, senza trascurare che i numeri dei propri bilanci traducono in cifre ben 13 anni di attività, non uno o poco più di due. Ricordiamo, ad esempio, che nell’estate del ’97 la società era indebitata e tra l’allora presidente del club ed il suo successore furono trovate le giuste intese per il passaggio delle quote.
Così è stato nel 2019, con l’ex presidente della squadra di calcio della nostra città al quale non si possono certamente imputare responsabilità economico-finanziarie sue, come sempre pensato, detto e scritto: la precisazione è dovuta perché è facile fare di tutt’erba un fascio e, ancor di più, ricamarci pure sopra. E’ pertanto ovvio che l’attuale situazione del Teramo Calcio abbia avuto inizio nel 2008 e che in così tanto tempo sarebbe stato impossibile presentare bilanci col segno più. Meriti gestionali indiscussi e basta, quindi, per chi ha governato il calcio prima dilettantistico e poi professionistico in Serie C, in tutti e 13 gli anni.
Ci ha invece sorpreso l’apprendere che esista evidentemente un preliminare per la cessione del 91% delle quote societarie al Gruppo Ciaccia, anche se in sede di rogito si è fermata al 60%. Un modo come un altro per rendere sempre più trasparente la volontà della Ismeedia Srl di disimpegnarsi dal Teramo Calcio o, forse, dal mondo del pallone in generale. E’ un altro fatto.
Intanto è bene guardare al futuro: l’attuale proprietà non si tirerà indietro, questo è certo, ma la volontà di tal Mister X di poter intervenire direttamente, bypassando Ciaccia ed il suo gruppo, resta intatta: si ha quasi l’impressione e non soltanto una sensazione, che questo signore uscirà allo scoperto soltanto a cose fatte.
Avrà valutato benissimo i tempi sempre più stringenti? Ce la farà o resterà (forse) anonimo?