PESCARA – Il pessimo andamento registrato dal settore dell’automotive nel terzo trimestre del 2021 condiziona pesantemente, in negativo, la bilancia delle esportazioni abruzzesi tra gennaio e settembre di quest’anno. Lo rileva uno studio realizzato per la Cna Abruzzo da Aldo Ronci, secondo cui tra luglio e settembre l’export abruzzese ha subito un crollo dell’11,7%, in netta controtendenza con la crescita nazionale del 13,2%: un dato che piazza l’Abruzzo al penultimo posto della graduatoria nazionaleCosì facendo, la nostra regione si è in parte rimangiata quanto di buono seminato soprattutto nel primo dei due trimestri precedenti, che invece avevano prospettato una situazione con il vento in poppa per il primo e di sostanziale ‘tenuta’ per il secondo: con un incremento rispettivamente del 12,6% e del 4,7%”. Mettendo ora assieme l’andamento dei tre diversi trimestri, salta fuori una sintesi dei primi nove mesi dell’anno che lascia spazio a grandi rimpianti, perché l’incremento pur notevole del 13,2% ottenuto si pone ben al di sotto del 20,1% dalla media Italia, ma il saldo positivo è dovuto come detto all’ottima performance del registrata nel primo trimestre. Con il risultato che l’Abruzzo finisce ora per posizionarsi al 15° posto nella graduatoria nazionale.

A pesare nella flessione registrata nel terzo trimestre dell’anno è stato soprattutto il risultato di quello che da sempre rappresenta il forziere delle esportazioni abruzzesi, ovvero l’automotive, forte nel nostro territorio dei grandi insediamenti presenti in Val di Sangro e capace da solo di rappresentare il 19% dell’intero valore aggiunto del sistema industriale regionale. Ma anche sottoposto, oggi, tanto a sfide inedite legate alla concorrenza di Paesi con più basso costo della manodopera o all’incremento nella produzione di veicoli elettrici, quanto a ostacoli imprevisti come l’improvvisa mancanza di materie prime da parte dei fornitori. “Finisce così che sono ben 338 i milioni di euro di flessione registrati nel settore: un dato negativo, nonostante gli altri comparti messi insieme siano stati capaci di produrre un incremento di 92 milioni di euro – evidenzia lo studio CNA – . Il cattivo andamento dell’area produttiva trainante delle nostre esportazioni finisce naturalmente per riflettersi nella graduatoria tra i diversi territori: così, sempre nel terzo trimestre, a fronte dei risultati positivi del Teramano (+58 milioni) e del Pescarese (+11), pesa il crollo dell’area chietina, con ben 306 milioni di euro di flessione. Con L’Aquila che invece segna una decrescita di 10 milioni. Tra i numeri positivi, quanto agli altri comparti, vanno segnalati soprattutto la chimica (+22), gli articoli in gomma ed apparecchi elettronici (+16 ciascuno), i prodotti in metallo (+15), gli alimentari (+10)”

A preoccuparci è il trend evidenziato dai dati – commenta il Presidente della Cna Abruzzo, Savino Saracenisoprattutto perché non è facile ipotizzare il futuro del comparto dell’automotive. Certo, mantenere in Abruzzo la presenza di un colosso come la Sevel è ovviamente decisivo per l’economia del territorio, anche in ragione del suo grandissimo indotto. Strategici sono per il futuro di questo settore il corridoio est-ovest e l’attivazione della Zona economica speciale. Ma forse è tempo di dedicare più energie, in termini di risorse finanziarie e di costruzione di nuove opportunità di internazionalizzazione, a quei settori che rappresentano più da vicino la realtà del nostro tessuto imprenditoriale fatto di micro e piccole imprese che si devono organizzare attraverso reti e filiere”.