TERAMO – In riferimento alla lettera del Presidente della Confesercenti Teramo “Area ex Villeroy, Confesercenti Teramo al Comune: nessun confronto con associazioni di categoria su nuova destinazione”?” ci sarebbe da domandarsi anche, da semplice cittadino, se mi è consentito, quali propositi di riutilizzo il Comune abbia per le aree abbandonate lungo Via Gammarana.

Aree occupate da decenni da fabbriche dismesse e che danno un’immagine di desolazione all’intero quartiere che ha preso il nome da questa via che costeggia il Tordino e dove una volta si pescavano i gamberi (dal basso latino gamberus è derivato il nome di Gammarana).

I sindaci che si sono succeduti alla guida di questa città hanno mai convocato, assieme ad altre categorie di cittadini, i titolari di questi insediamenti industriali “preistorici” per discutere con loro su quali soluzioni si potessero trovare per riutilizzare queste aree? O c’è stato totale disinteresse per la questione?

O vige, forse, a Teramo e in tante altre città italiane che hanno situazioni simili, una concezione della proprietà privata da Statuto albertino: “La proprietà privata è sacra, inviolabile, intangibile e solo in casi rarissimi ed eccezionali può essere sacrificata”?

Vale, allora, la pena ricordare che l’art. 42 della Costituzione italiana, spesso inapplicata, prevede che “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dal nostro ordinamento giuridico solo quando realizza una funzione sociale”.

Domenico Crocetti