TERAMO – Finalmente è stata riconosciuta da parte della Sovraintendenza l’esistenza del vincolo paesaggistico senza eccezioni, con la conseguenza che diviene impraticabile rilasciare l’a.i.a ( autorizzazione integrata ambientale) da parte del competente Dipartimento della Regione, con il risultato di non potersi procedere al rilascio della p.a.u.r (autorizzazione ambientale unica) per la realizzazione dell’impianto di trattamento di rifiuti liquidi sito nel Comune di Nereto da parte della Wash Italia.

Sin dall’inizio, avendo rilevato l’esistenza del particolare vincolo nella porzione di territorio sulla quale la ditta proponente aveva programmata la installazione della piattaforma per i rifiuti liquidi, unitamente con il Consigliere Comunale M5S Massimo di Gaetano, le maggiori attenzioni venivano rivolte su questo particolare aspetto, poiché ritenuto di particolare importanza ai fini del rilascio delle autorizzazioni connesse e conseguenti.

Invero, in data 16 dicembre 2019, in qualità di Consigliere Regionale, inoltrai apposita e dedicata relazione agli Uffici regionali competenti allo scopo di innalzare il livello di tutela ambientale e paesaggistica da apprestarsi per la particolare installazione. In detta relazione ricordavo, fra l’altro, i contenuti della parte terza del Decreto Legislativo 42/04 che disciplina l’individuazione dei beni paesaggistici includendo nel novero dei beni oggetto di tutela paesaggistica, oltre quelli individuati specificatamente secondo le modalità previste dalla L. 1497/39, anche ampie porzioni del territorio nazionale definite quali beni diffusi vincolati ex lege.
Tra le aree vincolate rientravano i fiumi, i torrenti e le acque pubbliche iscritte nel Testo Unico 1775/33 per 150,00 metri lineari dalle sponde.

Nutrivo l’intima convinzione che gli Enti e gli Organismi preposti avrebbero preso in seria considerazione le osservazioni di merito in ordine alla sussistenza del predetto vincolo, non soltanto perché previsto dalla legislazione per tutelare gli immobili e le aree di maggior pregio paesaggistico, ma anche in ragione delle finalità di tutela e di preservazione dei luoghi interessati.

La fiducia nelle Istituzioni è stata ben riposta, nel senso che in ordine al procedimento in parola, in data 10 febbraio 2020, la Conferenza dei Servizi si è espressa in senso negativo al rilascio del provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR):insomma, la vicenda è stata ricondotta entro gli alvei della legalità.
D’altra parte, non poteva essere diversamente posto che i riscontri documentali e le dichiarazioni della Soprintendenza dell’Abruzzo, nella persona dell’Arch. Emanuela Criber, non solo hanno evidenziato la sussistenza del vincolo paesaggistico come da legge 42/2004, di carattere insuperabile, ma anche riscontrato la carenza del titolo autorizzativo paesaggistico.

E’ facile intuire come la messa in opera di siffatto impianto avrebbe potuto rappresentare un grave danno per tutta la Val Vibrata ed anche per i Comuni costieri poiché l’impatto ambientale avrebbe potuto essere rilevante.

In ultimo ritengo doveroso esprimere sinceri compiacimenti nei confronti del Sindaco di Nereto che in ogni occasione, con competenza e passione, ha saputo rappresentare al meglio le ragioni dei propri concittadini giustamente preoccupati.

Ovviamente un particolare plauso verso tutti i cittadini, i Comitati e gli Amministratori locali che, al di là delle appartenenze politiche, si sono impegnati seriamente per veder riconosciute le legittime ragioni e aspettative.

Il Consigliere Regionale M5S
Marco Cipolletti