VIDEO | Acqua, vittoria politica di Teramo con l'approvazione del documento sul servizio idrico

D'Angelo e D'Alberto puntualizzano la decisione unanime e trasversale per la difesa di un'eccellenza identitaria

2025-12-23T11:14:00+01:00 - La Redazione

VIDEO | Acqua, vittoria politica di Teramo con l'approvazione del documento sul servizio idrico

TERAMO - Teramo difende la sua centralità e la sua identità territoriale relativamente a una delle sue eccellenze: l'acqua. E lo fa difendendo un sistema del servizio idrico che, per qualità e gestione, si rivela un settore strategico. E' di ieri, infatti, l'approvazione unanime del documento dell'Assemblea dei Sindaci del Servizio Idrico Integrato (ASSI) che dice un netto no al progetto di legge, di inziativa dei consiglieri regionali Lorenzo Sospiri e Marianna Scoccia, di riforma del Servizio che prevede due soli subambiti nella regione Abruzzo. "Senza neanche chiarire bene quali sarebbero i subambiti", hanno dichiarato questa mattina il presidente della Provincia di Teramo Camillo D'Angelo e il sindaco Gianguido D'Alberto che, in conferenza stampa, hanno puntualizzato la valenza politica dell'iniziativa.

Il documento approvato dai sindaci, condiviso trasversalmente anche dai consiglieri regionali teramani Sandro Mariani, Giovanni Cavallari, Dino Pepe, Paolo Gatti e Marilena Rossi, prevede un emendamento al progetto di legge in cui si rivendica la suddivisione dell'Ambito Territoriale Unico Regionale in quattro subambiti, concidenti con i confini provinciali. Lascia pensare, pertanto, che vengano coinvolti tutti i comuni della provincia di Teramo, anche quelli al momento al di fuori dell'ambito della Ruzzo Reti (come Pineto, parte del Valfino e altre aree), come confermato da Gianguido D'Alberto.

Un altro emendamento, inoltre, chiede che "in ordine alla scelta di modalità di affidamento del servizio idrico integrato, l'ASSI esprime parere obbligatorio e vincolante...".

"Per la prima volta si difende la provincia di Teramo - ha detto D'Angelo - da una riforma che cancellerebbe l'identità territoriale e penalizzerebbe, anche con un aumento del 50% delle tariffe, i teramani a favore di altre provincie che non godono dello stesso patrimonio di un sistema efficiente e di qualità".

Una gestione, quella dell'acqua pubblica, che deve vedere anche una gestione pubblica, ha ribadito D'Alberto, aprendo un dialogo fra una realtà come la Ruzzo Reti e quella della TeAm, perché di diritti primari dei cittadini, ce devono rimanere ed essere pubblici.

L'entusiasmo dei due amministratori per una evidente vittoria politica di questo risultato è innegabile. La battaglia ora si sposta in Regione dove, si è detto tra le righe, vista l'adesione di Gatti e Rossi basterebbe una sola altra adesione in maggioranza, perché il documenta venga approvato e accolto.

ASCOLTA CAMILLO D'ANGELO

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La nota ufficiale - Riforma regionale del sistema idrico: confusa e chiaramente a vantaggio di altri territori, l’affondo della Provincia e del Comune capoluogo. Considerato un grande valore l’unità di tutti i Sindaci e i rappresentanti istituzionali

Una conferenza stampa, questa mattina nella sala consiliare della Provincia di Teramo, per fare il punto sul risultato di ieri quando l’ASSI, assemblea dei Sindaci del sistema idrico, all’unanimità, ha respinto la proposta di un Ambito unico regionale e di due sub ambiti “il primo sarebbe nella parte sud della Regione” a quanto si è appreso dal direttore dell’Ersi, Luigi Di Loreto. Circostanza, questa, considerata molto grave, sia dal presidente della Provincia Camillo D’Angelo che dal sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto: “Un dato politico e istituzionale emerso con grande chiarezza in Assemblea è la grande confusione che in questo momento c’è attorno a questa proposta; quello che invece è chiaro è la volontà politica di tutelare alcuni territori e alcune società a scapito di altre”, ha sottolineato il primo cittadino fra le altre cose rivendicando il valore delle società pubbliche e multiservizio del territorio teramano: “che sono sane e hanno dimostrato di saper svolgere con efficienza ed efficacia il proprio ruolo”.

“Ogni volta che c’è stata una riforma regionale, negli ultimi trent’anni, la provincia Teramo ha perso qualcosa con Pescara e L’Aquila al centro delle scelte. Per la prima volta ci troviamo uniti a dire che questa volta non è accettabile, che noi rappresentiamo un’eccellenza nella gestione del sistema idrico e che non solo ci opporremo a una riforma che chiaramente favorisce altri territori regionali ma che con questa riforma devono ricondurre l’ambito idrico a tutto il territorio provinciale risolvendo un distorsione che è causa di tanti problemi ai Comuni e ai cittadini teramani che gravitano sull’ambito pescarese dell’Aca, come abbiamo ascoltato ieri dalla stessa voce dei Sindaci”, ha dichiarato Camillo D’Angelo.

La nota rilevante, considerata molto positiva sia dal Sindaco del capoluogo sia dal Presidente della Provincia, è l’unità mostrata dai Sindaci teramani al di là delle appartenenze politiche e il sostegno dei consiglieri regionali che hanno sottoscritto un contributo al dibattito e alla proposta dei quattro ambiti: Sandro Mariani, Giovanni Cavallari, Dino Pepe, Paolo Gatti e Marilena Rossi.

La relazione tecnica prodotta dalla Provincia, una analisi sui dati della società pubblica teramana, la Ruzzo Spa, comparati con quelli delle altre cinque società abruzzesi evidenziano con chiarezza i punti di forza della gestione teramana: tariffa più bassa della Regione, differenza di oltre 50 punti percentuali rispetto all’aquilano e di 10 punti percentuali rispetto al territorio pescarese. Ancora, una situazione impiantistica significativamente diversa per numero e grandezza di impianti di depurazione e di estensione della rete fognaria: un elemento unico nel panorama regionale l’impianto di potabilizzazione che tanti problemi ha risolto in momenti di crisi idrica anche in altre province. Una valutazione confermata da ARERA con una premialità per l’eccellenza gestionale.

Da qui la motivata proposta, approvata ieri in Assemblea dei Sindaci, di una divisione in quattro ambiti gestiti su base provinciale.