Ugl Salute: "Dati Istat preoccupanti in Abruzzo. Il 12,6% rinuncia a curarsi"
"Segnale d'allarme che non può essere ignorato. La causa principale restano le liste d'attesa troppo lunghe"
2025-11-11T11:26:00+01:00 - La Redazione
TERAMO - "I dati diffusi dall’Istat rappresentano un segnale d’allarme che non può essere ignorato: nel 2024, in Abruzzo, il 12,6% dei cittadini ha rinunciato a curarsi e, tra questi, circa il 10% lo ha fatto a causa delle liste d’attesa troppo lunghe. Si tratta di cifre drammatiche, che confermano la profonda crisi del Servizio Sanitario Nazionale e la necessità di proseguire e rafforzare gli interventi di riforma a livello regionale".
Lo dichiarano con preoccupazione Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale UGL Salute, e Stefano Matteucci, Segretario UGL Salute Abruzzo, commentando l’audizione del presidente dell’Istat, nei giorni scorsi, davanti alle Commissioni Bilancio del Parlamento.
"La principale causa di rinuncia alle cure – sottolineano i sindacalisti – resta l’allungamento delle liste d’attesa, un problema che denunciamo da anni come vera emergenza nazionale. Riconosciamo la volontà del Ministero della Salute e della Regione Abruzzo di affrontare la questione, ma i risultati concreti tardano ad arrivare. È necessario un cambio di passo deciso: difficoltà organizzative, carenza di personale e disuguaglianze territoriali continuano a lasciare milioni di cittadini senza risposte".
"In Abruzzo – proseguono Giuliano e Matteucci – nonostante l’avvio dell’operazione Open Day delle Asl per il recupero delle prestazioni, i dati partecipativi, seppur incoraggianti, denotano al contempo un crescente ricorso alle prestazioni a pagamento fuori dal SSN. Non si può scaricare l’eccessiva richiesta di cure sulla popolazione, sempre più anziana e bisognosa di risposte, né tantomeno addossare ai medici di base – sempre meno presenti e bisognosi di revisione del sistema di medicina territoriale – la responsabilità dell’aumento delle prescrizioni e del 'bisogno di cure', soprattutto per quanto riguarda esami radiologici e visite specialistiche, spesso disponibili in tempi brevi solo attraverso la libera professione o il settore privato".
"L’UGL – concludono – ricorda alle Istituzioni che la salute è un diritto costituzionale: lo Stato deve garantire cure tempestive e accessibili a tutti, con una programmazione efficace e un monitoraggio costante dei risultati. È inaccettabile che la possibilità di curarsi dipenda dal reddito o dal luogo di residenza".