Trivelle in Adriatico, no del Pd: l’Abruzzo scelga il futuro, non il passato

Marinelli e Di Santo: l'Europa va verso la neutralità climatica per ridurre del 90% le emissioni entro il 2040

2025-11-05T12:39:00+01:00 - La Redazione

Trivelle in Adriatico, no del Pd: l’Abruzzo scelga il futuro, non il passato

PESCARA - “Il Partito Democratico si conferma fermamente contrario alla ripresa delle trivellazioni in Adriatico. È una scelta anacronistica, che non risolverà il problema energetico né dell’Abruzzo né del Paese. In quella che è conosciuta come la regione verde d’Italia e d’Europa, tornare a puntare sui combustibili fossili significa scegliere il passato, non il futuro, mentre il mondo va tutto da un’altra parte”. Lo dichiarano il segretario regionale del PD Daniele Marinelli con Antonio Di Santo, delegato all’Ambiente ed Energie rinnovabili della Segreteria regionale, commentando la decisione del Governo di riaprire ai progetti di estrazione di gas al largo delle coste adriatiche.

“La vera sfida è quella della transizione ecologica, che deve essere costruita valorizzando le energie rinnovabili e le comunità energetiche locali — continuano Marinelli e Di Santo — capaci di produrre energia pulita e di restituire valore economico e sociale ai territori. È in questa direzione che l’Abruzzo può e deve essere protagonista, recuperando anche le aree già compromesse, ex cave, ex discariche, siti industriali dismessi, per installare impianti fotovoltaici ed eolici integrati nel paesaggio, senza consumare nuovo suolo. E sperienze virtuose come quelle dell’Emilia-Romagna dimostrano che tutto questo è possibile: ex cave trasformate in poli fotovoltaici sostenibili, comunità energetiche diffuse a Modena, Bologna e Rimini, progetti di autoconsumo collettivo che riducono i costi e le emissioni, creando nuova economia verde su cui bisogna puntare con determinazione e coraggio".

"Ma la transizione non è solo ambientale: è anche sociale e territoriale. Chi vive e lavora nelle aree interne e montane - spiegano gli esponenti Pd - presidia territori e fornisce servizi ecosistemici essenziali, tutela dei boschi, conservazione della biodiversità, prevenzione del dissesto idrogeologico, che devono essere riconosciuti con misure concrete: agevolazioni fiscali, IVA ridotta su gas ed energia, incentivi per chi abita e investe nelle aree più fragili ma più preziose del Paese".

"Il Governo – sottolineano – invece di favorire nuove trivellazioni, dovrebbe tassare gli extraprofitti delle grandi società energivore e redistribuire il carico energetico, sostenendo chi vive nei territori che più subiscono il peso della crisi climatica. Depauperare il nostro patrimonio naturale significa andare contro i principi dell’Agenda 2030, proprio nella regione che dovrebbe essere un modello nel raggiungimento dell’obiettivo europeo del 30% di territorio protetto".

"Mentre l’Italia guarda indietro, l’Europa guarda avanti: proprio in queste ore – concludono Marinelli e Di Santo – i ministri dell’Ambiente dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo a maggioranza qualificata per ridurre del 90% le emissioni entro il 2040, con un meccanismo di flessibilità che consente di usare fino al 10% di crediti internazionali di carbonio. Un passo concreto verso la neutralità climatica, che segna la direzione da seguire. Eppure, l’Italia sembra muoversi nella direzione opposta. Lavoriamo per un Abruzzo che scelga l’energia pulita di cui è ricco, l’unica capace di realizzare, insieme, giustizia sociale e tutela del paesaggio. Non le trivelle, ma il futuro”.