Transizione ecologica ferma in Abruzzo
Taglieri: "E' una scelta politica. Zero investimenti su rinnovabili e comunità energetiche"
2025-12-29T17:44:00+01:00 - Walter Cori
L'AQUILA - «In Abruzzo la transizione energetica verso fonti rinnovabili, indipendenza energetica e riduzione delle bollette è ferma per una precisa scelta politica. In sette anni di governo regionale, la destra guidata da Marsilio non ha investito un solo euro in un settore strategico per il futuro economico, sociale e ambientale della nostra regione. Al contrario, continua a favorire le multinazionali del gas, mentre famiglie e imprese abruzzesi sono schiacciate da costi energetici sempre più insostenibili».
Lo afferma il consigliere regionale Francesco Taglieri, capogruppo del Movimento 5 Stelle, a margine dell’interpellanza presentata questa mattina in Consiglio regionale sulle criticità strutturali dei progetti di ricerca ed estrazione di idrocarburi e, più in generale, sulla politica energetica regionale. Un atto che ha riportato al centro del dibattito istituzionale i gravi rischi ambientali, economici e sociali legati alla prosecuzione delle attività estrattive in una delle regioni più fragili d’Italia dal punto di vista idrogeologico e sismico.
«Dalla risposta del consigliere delegato Campitelli – prosegue Taglieri – è emersa con chiarezza l’assenza di una visione credibile sulla transizione ecologica ed energetica. Oltre agli slogan, non è arrivata alcuna risposta concreta su come la Regione intenda affrontare nell’immediato l’emergenza dei costi energetici che colpisce cittadini e imprese. Si continua a evocare tecnologie ancora lontane o economicamente insostenibili, come l’idrogeno o addirittura il nucleare, mentre si ignora deliberatamente l’opportunità di investire in soluzioni già mature, accessibili ed efficaci come il fotovoltaico e le comunità energetiche».
«È emblematico – aggiunge il capogruppo M5S – il caso della legge regionale sulle Comunità Energetiche, approvata tre anni fa su mia iniziativa e mai finanziata dalla maggioranza. Una legge rimasta lettera morta, che ha lasciato senza alcun supporto famiglie e imprese che avevano scelto di investire nel fotovoltaico e nell’autoproduzione di energia».
Sul fronte dell’estrazione di gas, Taglieri evidenzia ulteriori e rilevanti criticità: «L’Abruzzo è un territorio ad alta sismicità, con diffusi fenomeni franosi e una costa già duramente colpita da erosione e sommersione marina. In questo contesto, le attività di estrazione di idrocarburi rappresentano un ulteriore fattore di rischio, anche alla luce dei fenomeni di subsidenza già registrati in altre aree del Paese. Una scelta che contrasta apertamente con la vocazione naturale ed economica della regione, fondata su turismo, agricoltura di qualità, tutela della biodiversità e manifattura».
«A rendere questa strategia ancora più incomprensibile – conclude Taglieri – è il rapporto costi-benefici fortemente sbilanciato: il gas presente nel sottosuolo del Centro Italia rappresenta circa l’1% delle riserve nazionali, una quantità del tutto marginale rispetto ai potenziali danni ambientali ed economici. Continuare a puntare sul gas significa condannare l’Abruzzo a un modello di sviluppo arretrato, mentre l’Europa e il mondo vanno in tutt’altra direzione. Serve una svolta netta: stop alla deriva fossile, tutela reale del territorio e un vero Green Act regionale che investa seriamente su rinnovabili, efficienza energetica e comunità energetiche. La vittoria contro Ombrina Mare dimostra che un’altra strada è possibile. Ma serve la volontà politica, che questa Giunta continua a non dimostrare».