Tassazione locale troppo alta nel teramano, Cna: micro imprese svantaggiate

I capoluoghi della provincia al 21° posto dello studio sulle imprese nel 2024 con il 50,7% di tassazione

2025-10-30T11:34:00+01:00 - La Redazione

Tassazione locale troppo alta nel teramano, Cna: micro imprese svantaggiate

TERAMO - "E’ l’abbassamento della pressione fiscale locale sulle imprese dell’artigianato e del commercio una delle chiavi per un possibile rilancio dell’economia del territorio teramano e del suo sistema produttivo". Lo dice il presidente della Cna di Teramo, Alfredo Martinelli, prendendo a riferimento l’indagine recentemente diffusa dall'Osservatorio nazionale Cna sulla tassazione delle imprese nel 2024, che colloca la provincia teramana al 21° posto della graduatoria, i capoluoghi di Provincia per Teramo, con una tassazione totale pari al 50,7%: "Questo significa che le aziende devono lavorare fino al 4 luglio di ogni anno per ottemperare all’obbligo fiscale: il 4 luglio è  così di fatto il primo giorno tax free, ovvero quello in cui finalmente gli imprenditori iniziano a lavorare  per sé e la propria famiglia, e questo non va bene", osserva.

Le variazioni nella tassazione - quelle che fanno davvero la differenza tra le varie aree del Paese - sono principalmente dovute a variabili come le addizionali regionali e comunali come Imu e imposizione sui rifiuti, con una pressione più leggera al Nord rispetto al Sud, dove la gestione dei servizi pubblici è meno efficiente.

Guardando ancora dentro il territorio provinciale, il quadro appare sostanzialmente omogeneo: lo studio nazionale prende in esame anche i centri di Giulianova e Roseto, con quest’ultimo comune dalla tassazione leggermente più alta: 52,5% che sposta il giorno tax free al 10 luglio di ogni anno. Uno scenario, insomma, poco propizio al mondo della piccola e micro imprese locale, in presenza – oltretutto – di misure nazionali come la “cedolare secca” sugli affitti brevi che la manovra finanziaria per il 2026 vuole introdurre, e che per il territorio teramano significa un colpo a un settore produttivo fiorente come il turismo, vista la presenza diffusa di bed and breakfast.

"La Cna - dice ancora Martinelli - propone una riforma fiscale che punta su semplificazione, equità e stabilità normativa, con interventi come la riforma del catasto, l’uniformità delle detrazioni fiscali e sostegno al passaggio generazionale nelle imprese. Le Pmi italiane soffrono di un carico fiscale molto elevato che riduce sensibilmente i profitti disponibili per investimenti e crescita: questa pressione fiscale elevata riduce l’attrattività degli investimenti e limita la capacità di accumulare risorse per l’innovazione e l’espansione del business".

"Il paradosso – conclude – è che le grandi multinazionali, soprattutto del settore digitale, riescono a pagare relativamente meno imposte grazie a pratiche di ottimizzazione fiscale che le Pmi invece non possono adottare, aggravando ulteriormente la disparità fiscale".