Stellantis, Usb: la crisi continuano a pagarla i lavoratori

Per il sindacato si continua a utilizzare la crisi per razionalizzare i costi del personale e massimizzare la produzione

2025-12-19T12:18:00+01:00 - La Redazione

Stellantis, Usb: la crisi continuano a pagarla i lavoratori

PESCARA - Stellantis Atessa ha prolungato il periodo di ricorso agli ammortizzatori sociali fino al 31 luglio 2026 con la formula della solidarietà. I lavoratori continueranno a pagare la crisi. L’azienda ha annunciato la risalita di produzione da febbraio con il ripristino parziale del terzo turno (volontario). Potrebbe apparire una buona notizia ma in sostanza saranno i lavoratori a continuare a vedersi i salari decurtati senza nessuna richiesta da parte dei sindacati firmatari del CCSL: si poteva richiedere la produzione su 4 giorni per permettere una equa distribuzione degli ammortizzatori tra i lavoratori che ad oggi li vede coinvolti non equamente, in particolare pensiamo a quelli più fragili con limitazioni lavorative e a quelli sindacalmente “scomodi”. Si continua ad utilizzare la crisi per razionalizzare i costi del personale e massimizzare la produzione con il ricorso a ritmi e carichi di lavoro sempre più proibitivi.

C’è poco da esultare perché veri investimenti nello stabilimento sono impalpabili e negli ultimi anni si sono persi quasi 2.500 posti di lavoro. Probabilmente la fuoriuscita continuerà visto che, nonostante i circa 400 posti persi in estate con le incentivazioni all’esodo, sembra che il format verrà ripresentato poiché nonostante l’annuncio di crescita della produzione viene dichiarato un esubero del 35% del personale.

Continuiamo a ribadire che il governo dovrebbe intervenire nel settore ma continua a fare orecchio da mercante. L’automotive necessita di un salario di transizione che garantisca il 100% dei salari, riduzione di orario di lavoro a parità di salario, aumenti salariali che permettano alle famiglie di tornare ad avere un potere di acquisto in linea con gli aumenti dei prezzi (anche delle automobili), investimenti e progetti futuri certi che conducano alla piena occupazione e un turnover del personale che vede sempre più aumentare l’età media.

Riteniamo che il superamento delle norme europee, che imponevano limitazioni della vendita di auto a motori benzina e diesel, non sia il toccasana della crisi ma un modo per rimandare l’appuntamento con la storia e poter tirare a campare.

Infine è davvero necessario rivedere le regole sulla rappresentanza che in Stellantis il CCSL ha fortemente limitato riducendo i rappresentanti dei lavoratori a privilegiati passaparola delle decisioni aziendali. In tutto questo ci si dimentica sempre dei lavoratori delle aziende dell’indotto che hanno sofferto in questi anni licenziamenti, decurtazioni salariali dovute agli ammortizzatori sociali e mancanza di certezze sul futuro lavorativo.

Nei prossimi mesi l’USB tornerà a rafforzare le iniziative per far emergere il problema della crisi industriale, convincere il governo a prendere decisioni drastiche per non veder morire un settore centrale nell’economia italiana, che se necessario bisogna tornare a nazionalizzare settori industriali imprescindibili per continuare ad essere un paese industrializzato e destinarvi risorse pubbliche ingenti invece di buttare miliardi nel riarmo. - USB lavoro privato Abruzzo e Molise -