Sistema idrico, il testo non si può nemmeno emendare
Per il Partito Democratico è costruito senza uno studio sulla realtà
2025-11-05T16:39:00+01:00 - Walter Cori
L'AQUILA - “Non si possono fare riforme su un bene primario come la risorsa idrica senza studio, senza visione e senza garanzie per i cittadini. La maggioranza, in merito alla legge di riforma del sistema idrico, propone la costituzione di due sub ambiti ma non si conosce ancora il numero di gestori (due o al massimo tre afferma il promotore dell’iniziativa di legge). Il fatto di affidare uno studio a Ernst & Young ma, nello stesso tempo, aver già presentato la proposta di legge prima che lo studio sia concluso o se ne conosca l’esito dimostra quantomeno improvvisazione”, così Manola Di Pasquale e Marcello Salerno coordinatori degli Enti locali e del Tavolo riforme della segreteria regionale del PD, sulle affermazioni del Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri.
“Nessuno è stato in grado di spiegare perché i sub ambiti dovrebbero essere due, e non uno o tre – ribadiscono gli esponenti dem - . A supporto della proposta, non vi è uno studio tecnico, economico e territoriale che dimostri come questa scelta possa migliorare il funzionamento degli impianti, ridurre la dispersione idrica, razionalizzare i costi e, soprattutto, contenere le tariffe. Una riforma che si propone di razionalizzare la spesa e garantire l’acqua a tutti, ma non poggia su numeri, dati e analisi è solo una cornice politica vuota, con il rischio concreto di aggravare le criticità anziché risolverle. Come PD ribadiamo che la gestione pubblica dell’acqua è un principio fondamentale, ma per renderla efficace serve una legge costruita su una visione ampia del territorio, su una prospettiva di lungo periodo, integrata con altri servizi essenziali come rifiuti e sanità. Non è logico né razionale procedere con ATO diversi a seconda del servizio, creando una frammentazione che non tiene conto della morfologia dell’Abruzzo, della situazione dei piccoli comuni, dei costi di esercizio e delle reali esigenze di investimento. Una legge moderna sul sistema idrico deve affrontare la questione della dispersione, della qualità delle reti, della capacità gestionale e della sostenibilità delle tariffe, non limitarsi a un cambiamento formale privo di contenuti. E in tale ottica il coinvolgimento dei Comuni è fondamentale, soprattutto in questa fase.
Per queste ragioni il Partito Democratico non può integrare o emendare un testo nato senza basi tecniche e senza una chiara prospettiva. Mancano criteri, obiettivi misurabili e ogni valutazione degli impatti. Non si può chiedere all’opposizione di “correggere” una riforma che non ha fondamenta né visione strategica. Così com’è, questa proposta non tutela i cittadini, non aiuta i Comuni, non migliora la qualità del servizio e non garantisce risparmi e, in fin dei conti, non dice nulla. Su un bene primario come l’acqua non sono ammessi errori, improvvisazione o propaganda. La politica deve offrire soluzioni concrete, serie e trasparenti. Il PD è pronto a lavorare a una vera riforma, basata su dati e progetti reali, non a sostenere un provvedimento che rischia di creare più problemi di quanti ne risolva”.