Serone D’Alò e Bosco su riparazioni negate ai disabili: “Diritti da tutelare"
Marielisa Serone d’Alò e Anna Bosco, responsabili Diritti-pari opportunità e Politiche sociali del PD Abruzzo all'assessora regionale Verì: "Uniformi la procedura a tutte le Asl"
2025-12-04T17:15:00+01:00 - La Redazione
PESCARA - “Non è pensabile che centinaia di persone con grave disabilità si siano viste recapitare dinieghi o richieste di pagamento per la riparazione della carrozzina o l’acquisto di pezzi di ricambio: per una batteria si può arrivare fino a 800 euro, a fronte di pensioni che spesso non superano i 333 euro mensili. A molte famiglie è stato risposto, anche per iscritto, che il nuovo tariffario degli ausili e il Decreto ministeriale 12 gennaio 2017 – Allegato 5, in vigore dal 1° gennaio 2025, non consentirebbe più di prescrivere batterie e riparazioni, scaricando di fatto i costi sui bilanci familiari. L’assessora Verì ha confermato che si tratta di oneri a carico delle Asl e non delle famiglie e come Partito Democratico Abruzzo porteremo questa battaglia in Consiglio regionale, a sostegno delle persone coinvolte, con associazioni e sindacati, perché alle dichiarazioni seguano atti amministrativi chiari, risorse adeguate e controlli sull’applicazione su tutto il territorio regionale. Non permetteremo che il 3 dicembre, giornata della disabilità, diventi per la nostra Regione la data simbolo di un arretramento sui diritti fondamentali com’è accaduto ieri quando il caso è esploso a mezzo stampa”, così di Marielisa Serone d’Alò e Anna Bosco, responsabili Diritti-pari opportunità e Politiche sociali del PD Abruzzo.
“L’assessora parla di una errata interpretazione amministrativa, limitata alla Asl di Pescara e annuncia un confronto con associazioni e aziende sanitarie per chiarire, ma riteniamo che le rassicurazioni, spinte anche dal clamore mediatico, non possano bastare: servono atti formali, immediati e uniformi in tutta la Regione – reclamano le due esponenti PD - . Per questo chiediamo che la Regione Abruzzo invii subito una circolare chiara a tutte le Asl per confermare che le riparazioni e le sostituzioni delle carrozzine e degli ausili restano interamente a carico del Servizio sanitario regionale; garantisca il rimborso integrale a chi, in queste settimane, è stato costretto a pagare di tasca propria batterie, pezzi di ricambio o interventi di manutenzione; apra un tavolo strutturato con associazioni, sindacati e rappresentanze delle persone con disabilità per verificare l’impatto del nuovo tariffario e prevenire altre interpretazioni discrezionali o scarichi di responsabilità sui singoli territori. Una carrozzina non è un optional: è libertà di movimento, autonomia, possibilità di studiare, lavorare, partecipare alla vita sociale. Colpire questo diritto significa condannare molte persone a limitazioni forzate alla propria capacità di esprimersi e di vivere pienamente, trasformando un diritto costituzionale in un lusso per poche persone.
Senza contare come, chiedere alle famiglie di coprire anche le spese di riparazione degli ausili significa aumentare il peso economico, emotivo e organizzativo sulle famiglie stesse e in particolare sulle donne, ampliando le disuguaglianze e alimentando la povertà educativa e sociale dei nuclei che incontrano la fragilità. Come responsabili, in segreteria regionale del Partito Democratico Abruzzo, dei diritti e delle pari opportunità e delle politiche sociali, condividiamo e sosteniamo la denuncia delle organizzazioni sindacali e delle realtà che difendono i diritti delle persone con disabilità.
Il fatto che si sia arrivati perfino a ipotizzare l’occupazione del Consiglio regionale per vedere riconosciuto ciò che dovrebbe essere garantito per legge è il segno di un fallimento politico e morale della giunta Marsilio. Ribadiamo la richiesta di una verifica complessiva dell’impatto del nuovo tariffario sugli ausili e sui livelli essenziali di assistenza, con particolare attenzione alle aree interne e ai contesti più delicati, e chiediamo che la Regione si presenti al confronto con proposte concrete e con la disponibilità a correggere gli errori.
Si tratta di diritti internazionalmente riconosciuti che non possono sottostare a tagli di alcun genere, né a carenze organizzative, né all’applicazione di logiche ragionieristiche. Diritti umani che come tali devono valere su tutto il territorio abruzzese”.