Sanità, sicurezza sul lavoro e politiche industriali al centro del Consiglio UIL riunito a Teramo
Per il sindacato urge “un serio confronto istituzionale e sociale per la tenuta socio economica dell’Abruzzo”
2025-10-10T11:52:00+02:00 - La Redazione

TERAMO – “La Uil Abruzzo crede sia giunto il momento di avviare una nuova stagione di serio confronto istituzionale e sociale su alcuni punti di importanza fondamentale per la tenuta socio economica della nostra regione”. Con questo proposito si è aperto il consiglio confederale regionale di Uil Abruzzo al Park Hotel Sporting di Teramo, alla presenza del segretario organizzativo nazionale Emanuele Ronzoni, del segretario regionale Michele Lombardo e dei delegati sindacali. Uil Abruzzo aggiunge che: “Non è più rinviabile il confronto tra le istituzioni e le parti sociali sull’emergenza della sanità pubblica regionale, sul tema della sicurezza sul lavoro nella nostra regione, su nuove politiche industriali a sostegno del nostro apparato produttivo e sul relativo indirizzo finanziario legato alla programmazione dei fondi strutturali europei di questo decennio”.
Rispetto alla sanità pubblica regionale, vista la situazione in cui versa il comparto sanitario regionale ormai al 18° posto in Italia rispetto ai livelli essenziali di assistenza e al Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), che collocano l’Abruzzo tra le regioni inadempienti nel panorama nazionale e considerando altresì il continuo ricorso degli abruzzesi alla mobilità passiva verso altre regioni (per una spesa complessiva nell’anno 2022 di 104,1 milioni di euro), vista l’avanzata della sanità privata che ha raggiunto il 43,9% del valore totale del servizio sanitario regionale, la Uil ritiene necessaria la riapertura di un tavolo sulla sanità pubblica abruzzese, nel quale individuare le soluzioni corrette per una inversione di tendenza del sistema che consenta di dare risposte vere alla popolazione abruzzese che soffre maggiormente. In quanto non è più procrastinabile una seria presa d’atto rispetto alle decisioni urgenti che, secondo il sindacato, vanno prese nel più breve tempo possibile.
Poi ci sono i temi, non più rinviabili, della riduzione dei costi indiretti, dell’espressione di una ASL unica regionale, dell’aumento del personale sanitario, medici, infermieri e paramedici da dislocare sulla sanità territoriale e negli ospedali, dello sviluppo reale della sanità territoriale attraverso il concreto avvio delle case della salute, soprattutto in quella parte interna dell’Abruzzo già svantaggiata dal proprio livello orografico, del nuovo piano di reclutamento dei medici di base che consentirà, secondo la Uil, di avere sui territori quel primo momento di risposta sanitaria per le popolazioni.
“Ci rendiamo disponibili sin da subito – fa sapere Uil Abruzzo - per un tavolo di trattativa regionale che parli di merito lasciando fuori dalla porta strumentalizzazione di ogni tipo ed in ogni ambito, che rischiano di distruggere il nostro sistema sanitario pubblico regionale inesorabilmente”.
Quello della salute e sicurezza sul lavoro è un quadro preoccupante, anche quest’anno si continuano a contare infortuni mortali (13 vittime da gennaio ad agosto 2025) in uno scenario che, in continuità con l’anno precedente, è arrivato complessivamente a 7.744 infortuni su tutto il territorio regionale.
“Non possiamo ignorare il triste primato nazionale (OPEN DATA INAIL) sul netto peggioramento di denunce di malattie professionali che segnano un aumento del 17,3% in un solo anno, passando dalle 4.950 del 2024 alle 5.806 del 2025 – commenta il sindacato abruzzese -. Per questo motivo ribadiamo i forti limiti, in termini di organico, di un sistema di vigilanza e controllo che ad oggi conta meno di 200 ispettori, numero a nostro avviso, totalmente insufficiente rispetto al fabbisogno complessivo dell’attività ispettiva rispetto all’alto numero di aziende presenti sul territorio regionale (41.850 aziende). Il tavolo regionale ex art.7 D.Lgs.81/2008, deve essere il vero motore istituzionale di confronto e costruzione di politiche concrete a sostegno di un lavoro sicuro”.
L’incontro sindacale di Teramo pone l’attenzione anche sulle politiche industriali e sui fondi strutturali europei, ribadendo che il tessuto industriale abruzzese attraversa un periodo di forte incertezza, la crisi dell’automotive e la mancanza di programmazione in termini di riconversione industriale, ad oggi mettono in discussione il primo asset strategico della regione. L’incertezza di Stellantis in Val di Sangro, le crisi industriali di LFoundry di Avezzano e di Marelli di Sulmona, la mancanza di investimenti nella “Valle del tubo” teramana, disegnano un quadro che fatica ad avere prospettive future, con inesorabili ricadute sociali ed economiche sul tessuto produttivo regionale. D’altro canto, in questo decennio l’Abruzzo ha una opportunità storica: circa 1,5 miliardi di euro da destinare allo sviluppo, somma derivante dai fondi strutturali europei FSE, FEASR e FSC.
“Ci duole sottolineare che nonostante le cifre straordinarie, ad oggi manca una visione d’insieme dello sviluppo regionale che valuti la possibilità di indirizzare parte delle risorse disponibili dei fondi strutturali europei, come risposta alle importanti sfide che interessano la transizione e le riconversioni industriali della nostra regione – spiega il sindacato -. La Uil Abruzzo, per quanto suddetto continuerà il suo percorso di indirizzo politico sindacale sui temi di importanza strategica per il futuro della nostra regione, a partire da un dialogo con le altre organizzazioni sindacali confederali regionali e le altre parti sociali in campo, sapendo che il tempo a nostra disposizione è al limite ed è doveroso da parte di tutti lavorare insieme per dare un futuro di lavoro e di prospettiva alle giovani generazioni abruzzesi”.