Sanità, accordi di confine: "E' privo di logica"
Lo afferma il Comitato Civico dell’Ospedale Val Vibrata che aggiunge: "Applicarlo a regioni non confinanti ignora la ratio stessa di certi accordi"
2025-12-09T12:55:00+01:00 - La Redazione
SANT'OMERO - Il Comitato Civico per la tutela dell’Ospedale Val Vibrata e della sanità pubblica esprime forte preoccupazione per un passaggio contenuto nel Documento di Economia e Finanza Regionale (Defr) 2026/2028 di prossima emanazione. Nel testo, infatti, la Regione Abruzzo individua tra le misure per ridurre la mobilità passiva sanitaria gli “accordi di confine”, applicabili – oltre che a Marche, Molise e Lazio – anche a Campania ed Emilia-Romagna.
"A meno che non si voglia davvero ridisegnare la geografia d’Italia – osserva il Comitato – siamo di fronte a un evidente malinteso. Gli accordi di confine nascono per gestire il flusso di pazienti quando la vicinanza territoriale induce cittadini di regioni limitrofe a rivolgersi a strutture più prossime, pur fuori regione. Applicare questo strumento a regioni non confinanti è privo di logica e ignora la ratio stessa di tali accordi".
Secondo il Comitato, allontanarsi dal significato originario dello strumento rischia di mascherare altri problemi: "La mobilità verso Campania o Emilia-Romagna non ha nulla a che vedere con i confini, ma con la percezione di una maggiore qualità dell’offerta sanitaria. In questi casi gli accordi di confine non solo risultano inutili, ma possono anche entrare in contrasto con il principio di libera scelta del cittadino".
La questione, afferma il Comitato, va ricondotta ai reali fattori che determinano la mobilità sanitaria: efficienza, efficacia e qualità dei servizi offerti. "Per questo – prosegue – ci chiediamo se le recenti decisioni della Regione vadano nella direzione giusta per l’Ospedale Val Vibrata. La soppressione di una UOC – inizialmente previste ne erano addirittura due – con conseguente perdita di un primario, non appare coerente con l’obiettivo di rafforzare l’offerta sanitaria. E l’elogio pubblico dell’assessora Verì al primario di Ostetricia e Ginecologia di Lanciano dimostra, una volta per tutte, che la presenza di un primario non è indifferente per la qualità del servizio".
Il Comitato richiama inoltre l’attenzione sulla perdurante carenza di personale e sulla riduzione dei posti letto: "La Medicina può utilizzare solo 31 dei 36 posti previsti per mancanza di spazi; dei 13 posti di Lungodegenza programmati, solo 10 sono attivabili. Come può migliorare l’offerta un ospedale che deve affrontare tali criticità? E come può essere contenuta la mobilità passiva verso il vicino Piceno se il presidio vibratiano non viene adeguatamente potenziato?".
La strada, conclude il Comitato, è una sola: "Per ridurre davvero la mobilità passiva, occorre investire e potenziare l’Ospedale Val Vibrata. Procedere in senso contrario non porterà risultati".
Una verifica puntuale potrà arrivare presto dai dati del 2024 relativi al reparto di Ostetricia e Ginecologia, declassato da UOC a UOS. "Sarà interessante capire come è andato l’anno – aggiunge il Comitato – e se si registrerà una migrazione delle partorienti verso gli ospedali di San Benedetto o Ascoli Piceno. Presto ne avremo conferma". - Comitato Civico Ospedale Val Vibrata -