Salute mentale degli infermieri, Nursing Up: gli italiani tra i più esposti a burnout
Studio del sindacato sui dati in Europa e nel nostro Paese: servono risposte strutturali ad aggressioni e turni massacranti
2025-12-04T12:10:00+01:00 - La Redazione
ROMA - Il nuovo studio del Nursing Up sulla salute mentale degli infermieri italiani, ottenuto incrociando i dati europei con quelli di attendibili report nazionali, rivela contenuti a dir poco allarmanti. Da una parte, il sindacato ha elaborato e analizzato il nuovo dossier OMS Europa – MeND Survey 2025 sulla salute mentale dei professionisti sanitari nei 29 Paesi europei: il documento traccia un quadro davvero preoccupante per gli infermieri. Dall’altra si è cercato di comprendere la realtà di casa nostra rispetto al contesto del Vecchio Continente.
Secondo lo studio europeo, condotto tra ottobre 2024 e aprile 2025, quindi molto recente, un infermiere su tre presenta sintomi compatibili con depressione o ansia, mentre oltre il 10% ha riferito addirittura pensieri suicidari nelle ultime settimane. Le cause principali individuate dal rapporto sono turni prolungati, violenza sul posto di lavoro, contratti instabili, carichi emotivi crescenti e condizioni di lavoro giudicate “non sicure” dall’OMS.
Europa: infermieri costantemente sotto pressione. Dal dossier OMS emergono elementi chiave:
- Depressione tra gli infermieri: 32% (donne 33%, uomini 29%).
- Ansia: 24% in media.
- Violenza: 1 infermiere su 3 ha subito minacce o bullismo; 1 su 10 riporta violenza fisica o molestie sessuali.
- Turni: il 56% degli infermieri europei lavora con rotazioni continue, il 39% effettua turni notturni frequenti.
L’OMS segnala correlazioni forti: i turni notturni frequenti aumentano il rischio depressivo fino a +12 punti percentuali; turni >50 ore settimanali innalzano la prevalenza di sintomi mentali fino al 40%. Italia: quadro già critico, confermato da studi nazionali. Il dato italiano sulla salute mentale degli infermieri è peggiorativo rispetto alla media europea.
Il dossier OMS non riporta tabelle disaggregate complete per paese; tuttavia, i diversi e recenti studi italiani che elencheremo, evidenziano una condizione particolarmente critica per gli infermieri. Nursing Up ha incrociato i dati italiani con quelli europei.
Il rapporto “Cura dei Curanti” (ISS–2024) ha documentato livelli “allarmanti” di stress e burnout tra gli infermieri italiani. Soprattutto lo Studio BENE (2023) segnala che circa il 59% degli infermieri ospedalieri italiani si dichiara “molto stressato”, mentre oltre il 40% presenta livelli elevati di esaurimento emotivo, componente centrale del burnout. La media che emerge è allarmante: ben 6 infermieri su 10 soffrono di disagi psicologici e sono a rischio burnout.
Le analisi ARCS–Sistemi Sanitari Regionali (2024) confermano un quadro simile: aggressioni fisiche e psicologiche costanti, turni prolungati, scarse prospettive di carriera, sovraccarico emotivo sul luogo di lavoro, stupefacente carenza di supporti psicologici e organici insufficienti rappresentano le ragioni alla base del disagio latente in tutte le sue sfaccettature.
"Non dimentichiamo che in Italia, in media, 130mila infermieri subiscono ogni anno almeno un episodio di violenza fisica o psicologica. Di questi solo 5mila sono ufficialmente denunciati. Il sommerso, ovvero il silenzio, genera esplosioni emotive che maturano nel tempo in stress, ansia, depressione. La percentuale è tra le più alte in Europa: in parole povere quasi un terzo degli infermieri in Italia è vittima di violenze, una delle principali ragioni del disagio psicologico crescente. Da questo confronto emerge chiaramente che l’Italia risulta non solo tra i paesi UE più esposti per violenze, minacce e bullismo sui luoghi di lavoro infermieristici, che generano direttamente ansia e depressione, mentre gli indicatori di benessere psicologico si collocano sotto la media europea, ma soprattutto la percentuale di professionisti che soffre di disagi supera nettamente i dati medi che emergono dall’indagine Oms Europa", afferma il Presidente Nursing Up Antonio De Palma.
“Non possiamo perdere altri infermieri - aggiunge il sindacalista -. Il nuovo dossier dell’OMS certifica ciò che denunciamo da anni: gli infermieri sono esausti, esposti alla violenza e sottoposti a turni che mettono a rischio la loro salute fisica e mentale. Gli studi italiani confermano rischio burnout dilagante. Non possiamo permetterci di perdere altri professionisti. Chi soffre di queste patologie non rende sul lavoro, espone a rischio la qualità delle cure, decide molto spesso di lasciare la professione (oltre 20mila professionisti sanitari dell’area non medica hanno lasciato il pubblico nel 2024). Per tanto servono investimenti strutturali, stabilizzazione del personale, protocolli contro la violenza e un sistema che protegga chi lavora in prima linea. La salute mentale degli infermieri è oggi una priorità nazionale”.
Sette azioni OMS per invertire la rotta. Il dossier MeND indica sette priorità politiche per migliorare salute mentale e sicurezza degli operatori. Tra esse:
- riduzione dei turni prolungati,
- prevenzione delle violenze,
- rafforzamento dei supporti psicologici,
- stabilizzazione contrattuale,
- monitoraggio sistematico del benessere del personale.
“In Italia il tempo è scaduto - incalza il Nursing Up -. Il sindacato chiede che il Governo recepisca immediatamente le linee OMS e avvii una riforma strutturale delle condizioni di lavoro infermieristiche: organici, sicurezza, supporto psicologico, riconoscimento professionale concreto nei contratti di lavoro".