Poste Italiane, l'allarme precariato approda alla Camera
L'ass.ne Precari in Rete: "La sconfitta della dignità lavorativa dietro i numeri del Governo"
2025-10-02T17:29:00+02:00 - Walter Cori

ROMA - Martedì 30 settembre, su iniziativa della parlamentare Carmela Auriemma (M5S), la Camera dei Deputati ha ospitato una denuncia corale contro la piaga del precariato in Poste Italiane, il più grande datore di lavoro in Italia, con circa 119.000 dipendenti. La sala stampa gremita ha unito lavoratori e sindacati, tra cui: SLC CGIL Segreteria Nazionale (con delegazioni da Veneto e Avellino), UIL Poste Segreteria Nazionale, COBAS Poste e SLG CUB Poste.
Questa battaglia trascende la vertenza contrattuale. È un richiamo al senso di giustizia e alla tutela dei principi costituzionali che garantiscono il lavoro dignitoso, principi che l’attuale Governo sembra ignorare sistematicamente.
Tra i relatori, hanno dato voce a una realtà inaccettabile l’ex lavoratore precario Carmine Pascale, l’avvocato Rocco Bruno, tenace sostenitore legale della causa, e il giornalista di Report Luca Chianca, autore di inchieste straordinarie sul tema. Particolarmente toccante è stata la testimonianza del signor Giovanni Rossi, padre di Francesco, il giovane portalettere che perse la vita a Brusaporto (Bergamo) nel marzo 2022 mentre stava consegnando la posta.
La sua storia, che “grida ancora giustizia”, ha commosso profondamente i presenti. “Non abbasseremo la voce”, hanno dichiarato i promotori in merito alla tragedia. “Lo dobbiamo a Francesco, lo dobbiamo a tutti i lavoratori che ogni giorno, nel silenzio generale, subiscono condizioni inaccettabili”.
I numeri che il Governo ignora nel caso Poste Italiane - L’inerzia di fronte alla realtà di Poste Italiane è il sintomo di una politica negligente, che permette che la stabilità economica sia disgiunta dal rispetto dei diritti.
Il dramma della precarizzazione: dal 2017, l’azienda ha attivato oltre 110.000 contratti a termine, stabilizzandone solo 18.000. Questa sproporzione genera un vasto esercito di precari, rendendo insostenibile l’affermazione di una “occupazione in salute”.
Sicurezza a rischio: gli oltre 40.000 infortuni (spesso gravi) registrati in pochi anni denunciano gravi lacune nella sicurezza. L’incolumità dei lavoratori viene sacrificata in nome della performance.
Furto salariale: l’enorme quantità di ore lavorate e non pagate si configura come un vero e proprio “furto salariale” ai danni dei dipendenti.
La politica riaffermi la dignità del lavoro - La politica ha il dovere etico e pratico di garantire che la crescita e la stabilità economica non siano mai disgiunte dal rispetto dei diritti e della dignità di chi lavora. Nessun dato economico positivo può in alcun modo giustificare lo sfruttamento o l’insicurezza sul posto di lavoro. L’inerzia di fronte ai dati drammatici di Poste Italiane è il sintomo più preoccupante della disconnessione tra il Paese Legale – l’Italia ufficiale dei dati economici e della retorica politica – e il Paese Reale, dove i numeri di bilancio hanno eclissato il valore delle persone e delle vite umane.
I sindacati e i lavoratori chiedono con determinazione che la politica raccolga e traduca queste denunce in un intervento normativo concreto. L’invito è rivolto a tutti: partecipare. La vera politica ha senso solo quando è supportata e animata dal popolo. L’iniziativa dell’On. Auriemma alla Camera va proprio in questa direzione: colmare la distanza abissale tra il Paese Legale e il Paese Reale per una causa imprescindibile, la dignità del lavoro - Carmine Pascale, Associazione Precari in Rete -